Formazione docenti, “stop alla bulimia da certificazione e alla logica dell’adempimento formale”. Bruschi: “Così non ci sono ricadute positive sulla didattica”
“La scuola è fatta prima di tutto dagli insegnanti”, citando Daniel Pennac, Max Bruschi, già Capo Dipartimento al Ministero dell’Istruzione e professore di diritto scolastico a Milano e Napoli, sottolinea in un articolo su “Scuola e Formazione”, pubblicazione della Cisl Scuola, l’importanza della formazione continua del personale docente.
Un percorso che non si esaurisce con l’abilitazione, ma che deve proseguire lungo tutta la carriera, contribuendo alla crescita professionale e al miglioramento degli ambienti di apprendimento.
Bruschi ripercorre le tappe dell’abilitazione degli insegnanti in Italia, evidenziando la continuità per la scuola dell’infanzia e primaria e la discontinuità per la secondaria, caratterizzata da continue revisioni e soluzioni provvisorie. L’approvazione del DPCM del 4 agosto 2023 ha riavviato il percorso delle abilitazioni per la secondaria, introducendo un syllabus di apprendimenti per ciascun ambito.
La formazione, però, non si ferma all’abilitazione. Bruschi critica la “bulimia da certificazione” e la “logica dell’adempimento formale”, che non garantiscono una ricaduta positiva sulla didattica. La “filiera” formativa attuale prevede la formazione per i neoassunti, i percorsi di formazione incentivata e continua obbligatoria, e le iniziative specifiche dell’amministrazione. Solo nel primo caso, secondo Bruschi, si parte dalle esigenze del docente, attraverso il “bilancio iniziale delle competenze” e il “Patto di sviluppo professionale”. Tuttavia, anche in questo caso, la modulistica e l’offerta formativa delle scuole polo spesso non corrispondono alle reali necessità dei docenti.
Per rendere la formazione un’opportunità e non un obbligo, Bruschi propone due punti chiave: la personalizzazione, basata sul profilo e sulle esigenze del docente, e la valutazione sistematica, non solo dei percorsi, ma soprattutto delle ricadute sull’apprendimento, attraverso strumenti come il tutoraggio in aula. Infine, Bruschi sottolinea l’importanza della formazione sugli aspetti ordinamentali, affinché le innovazioni normative si traducano in pratica scolastica.