Formazione docenti, le attività siano decise dagli organi collegiali. Anche per l’inclusione. La Cisl Scuola spinge. Il Ministero ci pensa?
Si è svolta nel pomeriggio del 25 novembre l’informativa fra amministrazione e sindacati in tema di formazione docenti. Si attende la circolare del Ministero con le indicazioni in merito alle attività e la distribuzione dei 10 milioni nel territorio nazionale.
Presenti all’incontro la Cisl Scuola e Anief, assenti le altre sigle che hanno aderito allo stato di agitazione.
Abbiamo raccolto alcune informazioni in merito all’incontro da Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, che spiega ad Orizzonte Scuola: “il Ministero ha esposto il piano per la formazione ed ha illustrato i punti fondamentali della circolare che a breve sarà pubblicata. Sulla base di quanto esposto, abbiamo illustrato le nostre richieste: prima di tutto abbiamo chiesto di rafforzare il vincolo di delibera collegiale su tutti gli argomenti inseriti nel Piano di formazione, compresa l’inclusione“.
Quello sull’inclusione è infatti uno dei temi centrali che riguardano la formazione: la legge di Bilancio 2021 ha infatti previsto la formazione obbligatoria per i docenti impegnati nelle classi con alunni con disabilità.
I docenti, anche i precari, avranno accesso ad una unità formativa per complessive 25 ore sulle tematiche inclusive e sulle specificità presenti nella propria classe, attraverso corsi organizzati da singoli istituti o da reti di scuole.
Quello che chiedono i sindacati, è che almeno le attività di formazione, comprese quelle relative all’inclusione, siano deliberate esclusivamente dagli organi collegiali e non imposto a priori al personale.
Su questo punto resta ancora tutto in sospeso: il Ministero ha ascoltato la richiesta e valuterà se procedere o meno in tal senso.
“Abbiamo chiesto di conoscere nel dettaglio le economie anche della card, sottolineando la necessità di investire eventuali residui per il personale precario neo immesso nei ruoli e ribadito di voler conoscere l’utilizzo delle risorse e dei temi scelti per la formazione dalle scuole e dalle reti“, prosegue Gissi.
Inoltre, “abbiamo sottolineato che il pagamento dei compensi degli esperti è definito da una norma obsoleta del 1995 e che comunque sarebbe utile avere un riscontro del gradimento e della qualità delle esperienze formative“.
“Abbiamo ricordato che in vista di una nuova visione gestionale introdotta dal PNRR – aggiunge la sindacalista – sarà necessario strutturare un sistema più funzionale e fruibile , dedicato a tutte le attività formative, utile anche per migliorare la fase di rendicontazione” .
Invece, a quanto pare, per quanto riguarda l’invio della tabella di ripartizione dei fondi per le scuole, questa avverrà immediatamente.
“Molte scuole non hanno potuto utilizzare i fondi e potranno farlo entro il 31 dicembre. Il ministero si è impegnato su nostra richiesta, ad attivare al più presto una proposta formativa dedicata al personale ATA“, conclude Gissi.