Fondazione Agnelli e la revisione delle Indicazioni Nazionali: dubbi sull’urgenza e proposta di un approccio graduale
La Fondazione Agnelli ha espresso alcune perplessità in merito alla revisione delle Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, voluta dal Ministro Valditara.
Pur partecipando con spirito costruttivo all’audizione del 17 giugno scorso, la Fondazione ha sollevato dubbi sull’urgenza di tale revisione, considerando che le attuali Indicazioni, aggiornate nel 2018, sono ancora ampiamente apprezzate e considerate un valido riferimento dal mondo della scuola.
Perplessità sull’urgenza e il metodo
La Fondazione si interroga sulla necessità di intervenire in modo così radicale su un testo che ha dimostrato la sua validità, soprattutto alla luce di recenti documenti ministeriali, come le Linee Guida sull’insegnamento delle STEM, che si basano proprio sulle Indicazioni del 2012. Inoltre, si sottolinea l’assenza di un documento di discussione preliminare da parte della Commissione, che ha reso difficile fornire risposte puntuali alle domande poste durante l’audizione.
Proposta di un approccio graduale e partecipativo
Piuttosto che una revisione completa, la Fondazione Agnelli suggerisce di proseguire con il metodo già adottato in passato, ripristinando il Comitato scientifico nazionale e avviando un confronto con il mondo della scuola per integrare e migliorare le Indicazioni esistenti, senza stravolgerle. Questo approccio consentirebbe di recepire i cambiamenti più significativi, come l’emergere dell’Intelligenza Artificiale, e di garantire un raccordo più coerente tra primo e secondo ciclo d’istruzione.
La questione della cittadinanza
La Fondazione Agnelli ha anche risposto alle preoccupazioni sollevate dal Ministro e da alcuni membri della Commissione riguardo all’idea di cittadinanza presente nelle Indicazioni del 2012. Secondo la Fondazione, il testo attuale offre un contributo importante alla costruzione di una cittadinanza italiana più ricca e consapevole, tenendo conto dei mutamenti sociali e della crescente presenza di studenti di origine straniera nelle scuole, nonché dell’intreccio tra locale e globale.