Foibe, Frassinetti: “Far sapere quello che è successo, puntando soprattutto sulle scuole. Ci sono ancora professori che non affrontano l’argomento”

Il sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti ha concluso un tour di tre giorni nei luoghi simbolo delle foibe e dell’esodo, visitando Trieste, Gorizia e Basovizza.
“Tutto il resto è importante, ma è ai ragazzi delle scuole che dobbiamo parlare prima di tutto”, ha dichiarato la sottosegretaria in un’intervista al Secolo d’Italia, sottolineando come la missione principale del suo viaggio fosse proprio l’incontro con gli studenti. A Basovizza, Frassinetti ha accompagnato una scolaresca siciliana, trovandosi di fronte a un atto vandalico “inaccettabile”: la foiba imbrattata con scritte in lingua slava. “Un gesto ripugnante”, ha commentato, “che offende il ricordo delle vittime e ostacola il cammino verso una memoria condivisa“.
“I ragazzi hanno capito la gravità della tragedia”
Frassinetti si è detta colpita dalla partecipazione e dalla commozione degli studenti incontrati durante il suo tour. “Ragazzi attenti, partecipi, in alcuni momenti commossi. Sempre molto coinvolti”, ha raccontato. Nonostante i passi avanti compiuti in 21 anni dal Giorno del Ricordo, la sottosegretaria ritiene che ci sia ancora molto da fare per una piena consapevolezza della tragedia. “Ci sono ancora libri che liquidano questo pezzo di storia in poche righe e professori che non affrontano l’argomento”, ha denunciato, sottolineando l’importanza del rispetto delle direttive della legge sul 10 febbraio, che prevede approfondimenti e iniziative dedicate.
La sottosegretaria ha concluso auspicando una maggiore diffusione della conoscenza dei fatti storici, soprattutto nelle scuole, e ha espresso soddisfazione per l’organizzazione di una mostra al Parlamento europeo, definendola un “segnale molto importante”. “Far sapere quello che è successo, puntando soprattutto sulle scuole”, ha ribadito, “è lì che risiede la speranza che questo ricordo possa diventare davvero condiviso fino in fondo”.
Il Giorno del Ricordo: memoria e riflessione sulle foibe
Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. La giornata rappresenta un momento fondamentale per la memoria nazionale, un’occasione per riflettere su una pagina tragica della storia italiana e per ricordare le migliaia di italiani che persero la vita o furono costretti ad abbandonare le proprie terre. Le foibe, cavità naturali tipiche del Carso, divennero luoghi di morte e di orrore durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
In questo periodo, segnato da profondi conflitti etnici e politici, si consumarono violenze e massacri ai danni della popolazione italiana presente nelle regioni di confine con la Jugoslavia. Il Giorno del Ricordo serve a mantenere viva la memoria di queste vittime, a onorarne il sacrificio e a promuovere la conoscenza di questi eventi.
La complessità storica e il valore della memoria
La storia delle foibe e dell’esodo è complessa e controversa, ed è fondamentale affrontarla con rigore storico e con rispetto per tutte le vittime. È importante evitare strumentalizzazioni politiche e ideologiche, concentrandosi sulla ricerca della verità e sulla condivisione di una memoria comune. Ricordare le vittime delle foibe significa anche impegnarsi a contrastare ogni forma di violenza e di intolleranza, a difendere i diritti umani e a promuovere una cultura di pace.
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