FLC CGIL: ripartire a scuola in sicurezza investendo in Istruzione

Comunicato FLC CGIL – “Nell’incontro di oggi con la Ministra Azzolina abbiamo posto una esigenza fondamentale: un piano pluriennale di investimenti che, partendo dall’oggi, cioè dalla necessità di riaprire le scuole in sicurezza e in presenza, guardi al futuro del Paese intero “.
A dirlo, a margine del confronto col MI sull’avvio dell’anno scolastico 2020/21 , è Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL.
“La grande preoccupazione – ha aggiunto Sinopoli – è che avendo predisposto le Linee guida senza un giusto investimento di risorse, si stia scaricando una grossa responsabilità sulle autonomie scolastiche col risultato di un quadro dell’istruzione legato alle differenze territoriali. Il rischio è che dalla Linea Gotica in giù avremo sempre una maggiore difficoltà ad avvicinarci alle prescrizioni delle Linee guida, approfondendo le disuguaglianze già presenti nel Paese invece che apparire.”
La scuola ha bisogno dell’estensione del tempo pieno, di eliminare le classi pollaio, di estendere l’obbligo scolastico riconoscendo il diritto di tutte le bambine e i bambini a una scuola dell’infanzia pubblica, laica, gratuita. La scuola ha bisogno di un’edilizia rinnovata e di liberarsi dagli adempimenti che non riguardano direttamente la didattica e la riducono a centro amministrativo. Ha bisogno di stipendi di livello europeo ma, soprattutto, di avere tutto il personale al proprio posto dal 1° settembre.
La ripartenza di settembre non può che essere la premessa di tutti questi obiettivi, con risorse e spazi adeguati reperiti dallo Stato e dagli Enti Locali.
“Siamo impegnati perché la scuola riapra a settembre in presenza, ma non intendiamo assecondare strade che non prevedano stanziamenti aggiuntivi. Più scuola, più personale, più investimenti. Questo è quello che chiediamo oggi. E’ il momento di fare una battaglia – conclude Sinopoli – che non è una battaglia contro qualcuno, ma è una battaglia per la scuola dello Stato rinnovata e più forte di prima della pandemia”.