Firmato il Dpcm sulla nuova formazione dei docenti, Anief: attendiamo il testo, ma intanto apprezziamo le ultime novità pur con qualche stortura da eliminare

Il ministero dell’Istruzione ha comunicato oggi che è stato firmato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definisce i nuovi percorsi di formazione iniziale degli insegnanti della Scuola secondaria di I e II grado: il MIM ha spiegato che il testo del provvedimento, atteso da oltre un anno, “è stato varato al termine di un’articolata interlocuzione con la Commissione europea e dopo il confronto con le Organizzazioni sindacali e l’acquisizione dei pareri degli organi consultivi rappresentativi del mondo della scuola e di quello accademico, di cui sono stati recepiti molteplici suggerimenti e indicazioni”.
IL COMMENTO DEL SINDACATO
Prima di dare un giudizio definitivo sul Dpcm che regolerà la nuova formazione, Anief intende prendere visione del testo definitivo. Attraverso il presidente Marcello Pacifico, intende, comunque far sapere di avere “apprezzato la possibilità di fare accedere ai nuovi corsi abilitanti anche i docenti precari delle scuole paritarie, come indicato nella versione definitiva del decreto 75 PA bis, modificata in meglio grazie anche agli emendamenti promossi dal sindacato Anief: in generale, è positiva la decisione di riaprire una quota di posti riservata a quei precari che da tanti anni insegnano e che devono conseguire l’abilitazione. Serviva un provvedimento del genere per arginare l’innalzamento continuo di precariato nella scuola, con l’incredibile +220% degli ultimi otto anni”.
“Come pure era indispensabile – continua Pacifico – introdurre un canale che permettesse a tanti docenti di ruolo ‘ingabbiati’ di potersi muovere. Se l’innalzamento dei Cfu dei nuovi docenti garantisce una migliore formazione di accesso, rimane il problema che l’accesso alla stessa dovrà prevedere il pagamento di migliaia di euro da parte di coloro che vorranno formarsi e abilitarsi in nuove materie d’insegnamento: è bene ricordare che la formazione e l’aggiornamento professionale non possono gravare sulle spalle dei docenti o di coloro che aspirano ad esserlo. Vedremo – conclude Pacifico – se sarà possibile eliminare queste storture”, conclude il presidente Anief.
COME CAMBIERÀ LA FORMAZIONE DEI DOCENTI?
Dal 2025 cambierà faccia, quindi, il percorso formativo standard per diventare insegnante: sarà indispensabile l’acquisizione di almeno 60 CFU (Crediti Formativi Universitari)/CFA (Crediti Formativi Accademici). Gli altri percorsi, pari a 30 o 36 crediti formativi, sono rivolti a chi abbia già svolto un servizio di almeno tre anni scolastici e a coloro che abbiano conseguito 24 CFU/CFA in base al previgente ordinamento. Gli altri punti principali del DPCM riguardano “un rigoroso sistema di accreditamento affidato all’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, che definisce i percorsi di contenuto, le procedure di monitoraggio sul livello qualitativo della formazione e la valutazione finale degli aspiranti docenti”. È previsto che “tutti i nuovi percorsi si concluderanno con l’esame finale: una prova scritta e una lezione simulata, il cui superamento garantirà ai candidati il conseguimento della formazione professionalizzante delineata dagli standard minimi del docente abilitato”. Infine, “i percorsi formativi saranno oggetto di una valutazione periodica “ex post” da parte dell’ANVUR che, per assicurare omogeneità della qualità dell’offerta formativa da parte delle università, terrà conto del “tasso di successo” dei nuovi abilitati alle procedure di reclutamento per la scuola”.