Fiorello: “Lo studio è la cosa più bella del mondo. Nella mia vita è subentrata la pigrizia, perché meno studi e meno vuoi studiare”

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“Mia madre mi diceva di studiare. Alle elementari tutto a posto, alle medie fantastico. Al liceo insomma. Ho delle reminiscenze scolastiche che mi passano davanti ma non le ho mai acchiappate. Lo spettacolo non era nella mia testa. Volevo fare il calciatore. Ho studiato poco ma sono nato in una regione piena di cultura. Il siciliano anche se non studia qualcosa ce l’ha dentro”.

Sono le parole di Rosario Fiorello, che ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “La mia vita, la mia carriera: lo stesso, grande spettacolo“ presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, che ha conferito il sigillo di Ateneo al celebre conduttore e showman.

Il conduttore ha poi detto: “Da soli non si arriva da nessuna parte, c’è sempre magari qualcuno con un’intuizione. L’insicurezza mi ha portato sempre avanti, bisogna sempre avere quel margine di paura”, ha aggiunto.

Poi riflette sull’importanza dello studio: “Quello che posso dirvi, ragazzi, è che penso che lo studio sia la cosa più bella del mondo. Se dovessi rinascere cercherei di fare tutte e due le cose. Lo studio è importante, la cultura è importantissima.

E ancora: “Io dovevo lavorare, non potevo lavorare, studiare e fare sport. Sono arrivato all’ultimo anno del liceo scientifico che manco mi sono diplomato. I miei genitori si sono fatti in quattro per farmi studiare. Invece bisogna fare l’uno e l’altro. Io ho fatto solo l’altro, ma si possono fare entrambe le cose. Avere una bella cultura e nel frattempo coltivare la propria passione. A un certo punto nella mia vita è subentrata la pigrizia, perché meno studi e meno vuoi studiare”, ha concluso.

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