Filippo Caccamo: “Insegnare? Un atto di coraggio! Per migliorare la scuola si dovrebbe partire dai docenti e dal loro stipendio”
Filippo Caccamo, attore e comico con un passato da insegnante, ha portato sul palco di numerosi teatri il suo spettacolo “Le Filippiche”. Un one-man show che, con ironia e leggerezza, racconta la realtà scolastica, tra le sue contraddizioni e le sue sfide.
L’obiettivo è far ridere e riflettere su un settore cruciale per la società, regalando al pubblico una serata all’insegna del buonumore e dell’analisi sociale. Ispirandosi ai grandi della stand-up comedy italiana, Caccamo ha costruito uno spettacolo essenziale, un confronto diretto con il pubblico, senza orpelli scenografici, per affrontare con il sorriso le difficoltà del mondo della scuola e non solo. “Le Filippiche”, come spiega l’attore, non sono invettive, ma un modo per “trovare attraverso un meccanismo comico dei lati positivi in tutto”.
Dalla cattedra al palco: la comicità come strumento di analisi
“Sono un attore prestato all’insegnamento”, confessa Caccamo, sottolineando la sua duplice prospettiva che gli consente di osservare la scuola con uno sguardo unico. L’esperienza in classe, arricchente sia professionalmente che umanamente, ha fornito a Caccamo il materiale per la sua comicità, che attinge a piene mani dal vissuto quotidiano tra i banchi.
L’attore, autore anche del libro “Maledetta prima ora”, definisce l’insegnamento “un atto di coraggio”, riconoscendo la complessità di una professione spesso sottovalutata. Per Caccamo, il miglioramento del sistema scolastico deve partire dalla rivalutazione del ruolo del docente, a partire dalla retribuzione e dalle garanzie di sicurezza, sia fisica che legale.
Infine, l’attore si schiera contro gli eccessi del politically correct: “È la morte dell’uomo, del comico e del fruitore. Si può scherzare su tutto, soprattutto su noi stessi”.