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Feuerstein e la mediazione sociale per l’apprendimento permanente

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Secondo il metodo di Feuerstein il docente dovrà mettere in atto tutte le sue doti di mediazione sociale, poiché l’apprendimento non avviene in seguito alla semplice esposizione agli stimoli – secondo il modello comportamentista “stimolo-risposta”).

L’apprendimento permanente

Si sente spesso parlare di lifelong learning, ovvero di un tipo di apprendimento particolare: quello “permanente”, cioè che si sviluppa lungo tutto il corso della vita.

Il termine è diventato noto ai più dal 15 novembre del 2006, in seguito alla decisione n. 1720/2006/EC del Parlamento e del Consiglio europei, che istituirono il Lifelong Learning Programme 2007-2013 (anche chiamato programma di apprendimento permanente). Si trattava, quest’ultimo, del programma dell’Unione europea predecessore del più recente Erasmus+ (2014 – 2020): entrambi erano volti a sostenere l’istruzione e la formazione permanente, nonché quella internazionale – grazie agli scambi europei.

Educazione permanente

L’apprendimento permanente è dunque solo uno dei diversi concetti che ruotano attorno al mondo della cosiddetta “educazione permanente”, ovvero l’insieme di strategie, politiche e modelli organizzativi che tendono a interpretare e gestire i processi formativi individuali lungo tutto l’arco della loro vita. L’educazione permanente viene spesso fatta coincidere con l’educazione degli adulti, anche se impropriamente: questo perché l’educazione degli adulti è una parte dell’educazione permanente, che tuttavia si estende dalla nascita alla morte (in altre parole, è quell’educazione che inizia ancor prima della scuola e che si prolunga fin dopo il pensionamento).

L’intelligenza cristallizzata

Quello di educazione permanente è un concetto che rompe le concezioni tradizionali del processo educativo – legate soprattutto all’età evolutiva e ai luoghi deputati all’educazione (scuola, famiglia ecc..): oggi il processo di formazione va oltre i confini del sistema scolastico e della formazione professionale, e si prolunga sia nello spazio (col concetto di lifewide learning, che identifica un processo d’istruzione e di formazione che abbraccia tutti gli aspetti della vita e che avviene in ogni luogo), sia nel tempo (appunto, col concetto di lifelong learning).

In tal senso, alcuni studi di psicologi dell’invecchiamento hanno scoperto che, andando avanti con l’età, attingiamo da “riserve latenti” di cultura sempre più vaste, che costituiscono un bagaglio di conoscenze chiamato “intelligenza cristallizzata”.

È proprio questa che permette anche agli anziani – insieme a un’adeguata motivazione – di mantenere alte performance di apprendimento.

Le teorie ambientaliste

Non a caso, le teorie che si sono occupate di educazione in età non evolutiva hanno confermato che essa ha pari dignità “neurologica” rispetto a quella in età evolutiva, poiché lo sviluppo mentale e l’apprendimento di ogni persona sono influenzati allo stesso modo da fattori biologici e socio-culturali – nonché ambientali: ciò significa che un ambiente interattivo stimola il processo di apprendimento in egual modo negli adulti e nei bambini.

Inoltre, lo sviluppo cognitivo di ognuno di noi è fortemente condizionato dal contesto culturale e dalle interazioni sociali: non a caso, i processi di apprendimento e di costruzione della conoscenza avvengono quasi sempre in ambienti collettivi, come la scuola, la famiglia o le comunità.

Feuerstein e la mediazione sociale

Tra le varie teorie sostenitrici dell’apprendimento permanente non ci sono solo quelle ambientaliste, ma anche quelle di Piaget o del suo allievo Feuerstein.

In realtà, il secondo riprende le teorie innatiste dell’intelligenza di cui aveva parlato il suo maestro, quando afferma che le facoltà intellettive della persona possono essere accresciute nel corso della vita.

In particolare, secondo il metodo di Feuerstein, per migliorare l’accrescimento di queste ultime, il docente dovrà mettere in atto tutte le sue doti di mediazione sociale, poiché l’apprendimento non avviene in seguito alla semplice esposizione agli stimoli – secondo il modello comportamentista “stimolo-risposta”).

L’apprendimento ha bisogno, per fissarsi nell’individuo, dell’azione di un mediatore che – proprio come fa una mamma col bambino fin dalla nascita – scelga gli stimoli adatti per quest’ultimo e glieli proponga nei diversi contesti didattici.

Per Feuerstein (1921-2014), dunque, le carenze del sistema di istruzione moderno erano e sono da imputare soltanto a insufficienti esperienze di apprendimento mediato: risolto questo punto, si potrebbero superare sia i deficit ambientali che quelli genetici, e dunque avere stessa performance di apprendimento sia da parte di bambini che di adulti.

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