Femminicidio Sara Campanella, parla la preside: “Era un’adolescente sana, solare e pronta a impegnarsi”

“Era un’adolescente sana, solare e pronta a impegnarsi”. Con queste parole Rita La Tona, preside dell’Istituto Comprensivo Guastella Landolina di Misilmeri (in provincia di Palermo), ricorda Sara Campanella, la studentessa uccisa a Messina da un collega universitario.
La scuola in cui insegna la madre di Sara, Cetty Zaccaria, docente di sostegno, si è stretta attorno alla famiglia in un momento di dolore e indignazione. “La nostra presenza oggi testimonia un impegno che deve rafforzarsi a tutti i livelli per fermare questa violenza”, ha dichiarato la preside, lanciando un appello alla comunità educante, alle istituzioni e alle famiglie per una mobilitazione concreta. Cetty tornerà presto in classe, decisa a trasformare il ricordo della figlia in un messaggio di prevenzione.
L’incontro commovente e la richiesta di azione
Lucia Scolaro, preside ed ex assessore del Comune di Milazzo, ha condiviso su Facebook una lettera toccante dopo aver incontrato Cetty Zaccaria. L’incontro ha messo in luce la dignità con cui la famiglia sta affrontando la tragedia. Scolaro ha descritto la sofferenza dei genitori e del fratello Claudio, mentre Cetty mostrava le foto di Sara, ricordandone la gentilezza e l’eccezionalità. “Preside, aiutami a entrare in tutte le scuole. Da oggi vivrò solo per questo”, ha chiesto la docente, trasformando il suo dolore in un appello urgente per l’educazione contro la violenza di genere.
La lettera al Ministro Valditara e la richiesta di una campagna nazionale
Scolaro ha scritto al Ministro Giuseppe Valditara, chiedendo una campagna culturale nazionale per affrontare le radici del femminicidio. “Non possiamo limitarci a punire, serve un cambiamento radicale”, ha sottolineato, evidenziando come la mancanza di educazione alimenti uomini incapaci di gestire il rifiuto. L’obiettivo è trasformare il lutto in azione, collaborando con Cetty per portare il messaggio di Sara in ogni scuola. “Se l’educazione salva, è da lì che dobbiamo ripartire”, conclude la lettera, dedicata a Sara e a tutte le vittime di violenza.