Far partecipare al concorso docenti anche ITP con solo diploma svilisce l’abilitazione. Lettera

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Prof. Giovanni Licari – Gentile Redazione, Vi scrivo per la seconda volta per denunciare una incresciosa ingiustizia che noi precari storici stiamo subendo a causa di alcuni sindacati che alimentando ricorsi su ricorsi hanno deciso di metterci tutti quanti nello stesso calderone per affrontare il concorso 2018 degli abilitati e mi auguro che questa mia denuncia non trovi ostacoli nell’essere pubblicata.

Oggi a causa di sentenze paradossali, a molte persone in possesso del diploma ITP viene riconosciuto il diploma come titolo abilitante tanto da essere inseriti nella seconda fascia d’istituto insieme a coloro che nell’anno 2014 sono stati costretti dal governo a conseguire l’abilitazione attraverso un percorso universitario (a cui era possibile accedere se in possesso di almeno 3 anni di servizio). Oggi la nostra abilitazione è resa inutile visto che ci troviamo al pari di coloro che con il semplice diploma risultano abilitati e parteciperanno al concorso di fase transitoria con noi. Premetto che anche io posseggo il diploma ITP ma non risultava ancora abilitante quando ci hanno imposto di conseguire l’abilitazione facendoci spendere tanti soldi.

Inoltre vorrei ricordare che questo concorso chiamata appunto fase transitoria doveva servire per i precari storici, per coloro che hanno anni di supplenza e abilitati. Invece grazie a gente che preferisce speculare sul disagio sociale ci ritroviamo a fare un concorso con forti dislivelli….. un esempio: il mio servizio di 15 anni verrà valutato con un massimo di 30 punti (così cita la tabella di valutazione del concorso), punti che potranno benissimo essere raggiunti da un collega che si trova in terza fascia d’istituto con solo la metà del mio servizio, senza un’abilitazione.

Vi racconto nei dettagli la mia storia professionale ma sappiate che accomuna tantissimi colleghi:

Sono insegnante della provincia di Palermo abilitato per la classe di concorso C520 (Tecnica e Pratica operativa di Ricevimento nella scuola secondaria di secondo grado, i cosiddetti ITP) iscritto alla seconda fascia delle graduatorie di istituto. Ho alle spalle un insegnamento quindicennale. Preciso il mio sgomento sul paradosso del Governo Italiano circa la gestione delle assunzioni di noi docenti sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. La legge chiamata “La Buona Scuola” ha brutalmente tagliato fuori dal piano assunzionale tutti quei docenti che come noi, si sono abilitati, come per altro richiesto dal Ministero, con i nuovi percorsi abilitanti chiamati PAS e TFA. Qualche anno fa, dopo circa 8 anni dalla chiusura delle scuole di specializzazione (SISS), il “Governo PD” ha dato la possibilità al sistema universitario di organizzare corsi di abilitazione, per tutti quegli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio nella scuola. Sottolineo che i 36 mesi di servizio stanno a significare che l’età dei docenti frequentanti questi costi supera a volte di molto i 35 anni; sottolineo inoltre che la maggior parte di noi ha famiglia e figli piccoli.

Il numero di noi insegnanti “tappa buchi” ma “salva anno scolastico” è cospicuo e viviamo un’odissea.

Io e tutti i colleghi abilitati in Italia, abbiamo sostenuto onerose spese (3600 euro di tasse universitarie più tutti i costi aggiuntivi di trasferte, materiale didattico, benzina, tesi..) e sacrifici non indifferenti. Nonostante questo abbiamo accolto con entusiasmo questa possibilità riuscendo ad ottenere il fatidico pezzo di carta che come promesso dal Governo, ci avrebbe finalmente inserito nelle graduatorie provinciali ad esaurimento. Da queste ogni anno venivano assunti in ruolo i docenti in funzione del numero di posti disponibili. E invece…colpo di scena… Alla fine di questo massacrante e oneroso percorso, in termini economici e umani, siamo stati inseriti dal Ministero, nella seconda fascia delle graduatorie d’Istituto, quindi esclusi dalle GaE. Nessuna possibilità di essere assunti finalmente a tempo indeterminato, se non tramite concorso!

Con l’approvazione della legge 107/2015, lo stesso Governo decide che la nostra abilitazione non ha valore concorsuale e che saremo costretti ad affrontare l’ennesima prova umiliante e snervante di un concorso pubblico, probabilmente per i soli abilitati e fra tre anni anche per i non abilitati. Il Concorso inoltre sarebbe esattamente strutturato nella stessa modalità con la quale noi abbiamo affrontato i corsi abilitanti. Ancora soldi, tempo sui libri e sacrifici per la famiglia!

Oggi cosa succede? Vengono buttati nella spazzatura tutti coloro che hanno patito per anni un posto di lavoro a tempo indeterminato e si dà la possibilità a neo diplomati senza abilitazione e con un decreto cautelare, di accedere con riserva nelle GAE. Togliendoci la possibilità di lavorare ma soprattutto sopprimendo la Ns dignità se si pensa al solo fatto che un insegnante come me in graduatoria da anni con un punteggio di 202 punti (come me), tanti titoli tra cui l’abilitazione, viene sobbalzato da chi possiede un semplice diploma alberghiero, senza abilitazione e con soli 12 punti, tutto ciò è tremendamente umiliante, discriminante, inverosimile per non usare una terminologia più adatta al mio stato d’animo impetuoso e rabbioso.

Dopo diverse controversie e titubanze ho deciso di frequentare il corso di specializzazione sul sostegno nella sede universitaria di Messina, la chiamano la cosiddetta ulteriore chance per accedere all’immissione in ruolo ma anche questo è stato un fallimento. Io mi auguro che la fase transitoria (Concorso 2018) di cui parlano tanto, relativa ai precari storici con più 36 mesi di servizio, possa rendere il mio (ma non solo) stato d’animo più spensierato, allegro. Questo ovviamente mi permetterà di percorrere un solo canale a differenza di coloro che invece come precedentemente detto sono entrati nelle GAE con riserva semplicemente con il diploma.

Vorrei sensibilizzare gli organi competenti a rivedere certe posizioni che vanno a discapito di tanti Insegnanti che stanno vivendo questo percorso professionale con agonia e che venga fatta giustizia su questa plateale forma di discriminazione.

Cordiali saluti

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