Fabio Volo: “La scuola l’ho vissuta come un carcerato che aveva otto anni da scontare. Stavo male fisicamente, mal di pancia e febbre”

WhatsApp
Telegram

Fabio Volo, ospite del podcast “BSMT” di Gianluca Gazzoli, si racconta a cuore aperto, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita, dalle origini bresciane all’ultimo libro, passando per le esperienze professionali e personali più significative.

L’artista, al secolo Fabio Bonetti, descrive con ironia il suo percorso, definendosi “a un passo dalla mediocrità” e ammettendo di essersi cimentato in diverse attività proprio perché “non veramente bravo in una“. Parlando della scuola, Volo non nasconde il rapporto conflittuale che lo ha segnato: “L’ho vissuta come un carcerato che aveva otto anni da scontare. Stavo male fisicamente, mal di pancia, febbre”. Il noto conduttore radiofonico e scrittore ricorda come, fino a cinque anni, aiutasse il padre nelle sue consegne, sentendosi poi separato dalla famiglia proprio a causa della scuola.

Dal forno al karaoke: la gavetta di Fabio Volo

“Per anni ho sognato di dover tornare a scuola”, confessa Volo, “mentre lavorare in forneria alle 4 del mattino mi faceva sentire fortunato”. Il lavoro, al contrario dello studio, è stato per lui una vera scuola, un’esperienza formativa che lo ha catapultato nel mondo degli adulti quando era ancora giovanissimo: “Invece delle interrogazioni, al mattino avevo il rappresentante o il notaio in negozio“. Proprio durante gli anni del forno, inizia la seconda vita di Fabio Bonetti: quella del PR e del karaoke. “Il venerdì stavo in discoteca fino alle 2, poi alle 4 ero in negozio. Mi bastavano un caffè o una doccia”, ricorda.

L’arte di arrangiarsi: la nascita di un artista

Volo racconta con nostalgia i suoi esordi nel mondo dello spettacolo: “Ero il ragazzo del karaoke di Brescia. Andavo sempre in un bar con una tastiera a dischetti che facevo finta di suonare. In realtà sapevo solo cantare”. Con simpatia, l’artista svela anche i piccoli trucchi del mestiere: “Le persone facevano delle richieste, e se non avevo la canzone già impostata, mi inventavo delle scuse… l’arte di arrangiarsi“.

WhatsApp
Telegram

Corso di dizione e fonetica per docenti: “LA FORMA CHE ESALTA IL CONTENUTO. L’insegnante come attore sul palcoscenico scuola”. Livello avanzato