eTwinning, gemellaggi elettronici fra Paesi europei: docenti italiani più attivi in Europa
Gli insegnanti italiani vengono spesso fatti oggetto di svariate accuse, che vanno dal fatto di lamentarsi per un lavoro poco impegnativo all'impreparazione di molti di essi, dal non volersi sottoporre alla valutazione al voler il lavoro sotto casa. Queste e altre accuse sono riemerse con grande vigore in seguito agli esiti della mobilità straordinaria, a tutto svantaggio del prestigio sociale degli insegnanti medesimi.
Gli insegnanti italiani vengono spesso fatti oggetto di svariate accuse, che vanno dal fatto di lamentarsi per un lavoro poco impegnativo all'impreparazione di molti di essi, dal non volersi sottoporre alla valutazione al voler il lavoro sotto casa. Queste e altre accuse sono riemerse con grande vigore in seguito agli esiti della mobilità straordinaria, a tutto svantaggio del prestigio sociale degli insegnanti medesimi.
Mai nessuno che loda i docenti (non tutti naturalmente), eppure nelle scuole la maggior parte dei docenti è apprezzata per il lavoro, sia qualitativo che quantitativo, svolto; mai nessuno che racconta delle tante belle sperienze che si svolgono nelle nostre istituzioni scolastiche. A testimonianza di ciò riportiamo i dati riportati da Indire sul progetto eTwinning, ossia la comunità europea di insegnanti attivi nei gemellaggi elettronici fra scuole europee. La finalità è quella di promuovere l'innovazione nella scuola, l'uso delle tecnologie in ambito didattico, tramite lo scambio di buone pratiche la creazione condivisa di progetti didattici tra classi di Paesi diversi.
I docenti italiani iscritti alla piattaforma costituiscono il 10% degli oltre 390mila iscritti in tutta Europa. Nel primo semestre del 2016 ci sono state 7.218 nuove iscrizioni, che hanno fatto sì che in media, nelle scuole italiane, ci siano 3 docenti per istituto.
Il maggior numero di Istituti iscritti alla piattaforma e aderenti, quindi, al progetto eTwinning è ubicato in Lombardia, seguita da Campania, Sicilia, Lazio e Puglia. Il Sud, dunque, rappresenta la parte d'Italia più attiva in medrito al citato progetto.