Esclusi dalle GPS per non aver sciolto correttamente la riserva pur avendo svolto i passaggi in piattaforma. Lettera

inviata da Maria Chiara Castro – Ad aprile 2023 la piattaforma Polis del Miur ha aperto l’istanza per consentire di iscriversi con riserva in prima fascia GPS a chi avrebbe conseguito un’abilitazione entro il 30 giugno. Un’ulteriore istanza, aperta fino al 4 luglio, consentiva di sciogliere tale riserva a seguito dell’ottenimento del titolo precedentemente dichiarato.
L’ambiguità della procedura per l’inserimento in prima fascia ha, però, recato una spiacevole sorpresa: il 17 luglio, all’apertura della nuova istanza di informatizzazione delle supplenze per l’immissione in ruolo, molti docenti si sono visti negare la possibilità di entrare in prima fascia GPS e partecipare alla nomina dei posti per l’assunzione a tempo indeterminato. Agli Uffici scolastici risultava che non avessero mai sciolto la riserva.
La ragione è che, diversamente dalle istanze di informatizzazione delle nomine in ruolo recentemente concluse, quella di scioglimento della riserva non presentava alcuna possibilità di inoltro alla conclusione della compilazione; l’inoltro avveniva tramite passaggi ambigui che richiedevano al candidato di tornare indietro alla pagina iniziale dell’istanza, senza però che tale manovra venisse segnalata. Inoltre, la graduatoria risultava regolarmente inserita e lo scioglimento salvato.
La guida rapida alla procedura pubblicata dal MIM, a pag.13, affermava che “la graduatoria per la quale è stato dichiarato il conseguimento del titolo risulta ora inserita a pieno titolo” una volta che fosse completato l’aggiornamento del titolo e confermata la modifica apportata, senza evidenziare che la pratica non era però conclusa. Questa è stata la ragione per cui molti candidati hanno erroneamente ritenuto che i dati inseriti e salvati costituissero essi stessi l’inoltro dello scioglimento della riserva in quanto, al termine della compilazione, il portale non riportava l’utente alla pagina da cui sarebbe dovuto avvenire l’inoltro.
Di fronte alle proteste, gli Uffici Scolastici hanno negato ogni possibilità di riapertura dell’istanza ai fini dello scioglimento della riserva, nonostante le criticità della stessa sopra evidenziate. La richiesta di inserimento in prima fascia fatta agli Usp si è appellata alle seguenti ragioni:
1) La poca chiarezza della procedura, confermata dal fatto che la nuova istanza di informatizzazione delle nomine in ruolo per i vincitori di concorso sia stata delineata in modo più preciso: le operazioni da compiere per accertare che la domanda fosse stata inoltrata correttamente (1. ricezione di e-mail di conferma; 2. Verifica che lo stato della domanda risulti, non solo inserito, ma anche inoltrato; 3. Verifica in archivio della presenza dell’istanza inoltrata) venivano riportate in rilievo maggiore
nella pagina iniziale (posizionamento in cima alla pagina e cromatismo differente rispetto al resto del testo), e il tasto di inoltro era posto al termine della procedura di salvataggio e non richiedeva di tornare indietro.
2) Il conseguimento dei titoli dichiarati entro i termini previsti.
3) Il fatto che il numero di posti previsti nell’organico di diritto in molte regioni (specialmente del Nord Italia) sia maggiore rispetto ai docenti in possesso del titolo per l’attribuzione dell’incarico a tempo indeterminato e, pertanto, lo scioglimento della riserva non danneggerebbe alcun docente.
4) Il rischio che docenti con titolo di abilitazione per l’insegnamento siano privati della possibilità di lavorare, a vantaggio di docenti non in possesso del titolo.
5) L’ulteriore rischio di negare a una scuola (e alla sua utenza) la possibilità di usufruire dell’apporto di specializzati nel sostegno o vincitori di concorso, con cui
costruire percorsi di continuità a beneficio degli studenti.
Molti dei docenti ingannati dalla procedura si sono rivolti ai maggiori sindacati, senza tuttavia ricevere alcun supporto.
Una parte di colpa è stata assunta dai docenti che oggi, a causa dell’errata compilazione, non possono partecipare né alle immissioni in ruolo né inserirsi in prima fascia.
Sorprende il diniego di ogni intervento da parte degli uffici, per compensare i difetti di una procedura informatica subdola e migliorare concretamente la condizione dell’istituzione scolastica.
Non sarebbe giusto che sopraggiungesse un’assunzione di responsabilità anche da parte del MIM, per la creazione di una procedura subdola che ha tratto in inganno
numerosi docenti in Italia? Al di là della normativa vigente, gli uffici di competenza non dovrebbero muoversi in una direzione di “contrasto al precariato” (in un paese in
cui il precariato scolastico sta raggiungendo cifre da record, dato che il 25% degli insegnanti italiani è precario), specie alla luce delle ragioni evidenziate in precedenza?