Esami di Maturità 2020: istruzioni per l’uso. Lettera

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Inviato da Marinella Tumino – Sono una docente di Materie Letterarie da oltre 20 anni e da 14 insegno in un istituto tecnico della mia città, Ragusa.

Questi ultimi mesi, a partire dal 6 marzo, siamo stati costretti, per lo stato di emergenza causa pandemia, a cambiare stili di vita, abitudini e anche la Scuola ha dovuto adattarsi. La didattica, dunque, ha subito modifiche indicibili e sintetizzabili semplicemente in DaD, un acronimo inizialmente inquietante, identificabile quasi al Coronavirus stesso, ma al quale ci siamo bene o male adeguati.

Quanti stravolgimenti in queste 12 settimane di quarantena! In un battibaleno le nostre vite che trovavano nutrimento nelle relazioni, negli incontri, negli abbracci hanno subito una battuta d’arresto, cedendo il posto, per forza di cose, alla “virtualità”. La Scuola che andava oltre gli apprendimenti è tristemente diventata fittizia. E allora ecco che sono nate le classroom tramite le quali effettuare le video lezioni sincrone e asincrone, appuntare consegne, assegnare attività. Nonostante io sia sempre stata una promotrice dell’uso della tecnologia, devo ammettere che ho sofferto molto perché la Dad ci ha permesso di riempire i vuoti ma non certo di sostituire le lezioni in presenza che, ovviamente, hanno tutto un altro sapore. Mi manca la Scuola, quella in cui si può interagire con gli studenti, con i colleghi, muoversi liberamente nell’aula mentre si spiega, fare dibattiti, confrontarsi anche quando suona la campanella e ci si ricorda di aver sforato nell’ora di lezione del collega col quale magari ci si sofferma qualche minuto per scusarsi o per un piccolo scambio di opinioni. Invece, in un lampo, quasi per incantesimo, come nella favola “La bella addormentata nel bosco”, abbiamo iniziato a vivere “sospesi”, in attesa dell’arrivo di un bel principe azzurro che con la sua magia potesse debellare il male e liberarci dal sortilegio.

Ma il COVID 19 ha continuato imperterrito e silente a insinuarsi e, se ora, sta allentando la morsa in Europa, in altre parti del mondo, sta mietendo innumerevoli vittime. Chissà ancora per quanto tempo dovremo convivere col famelico virus e rispettare le regole del distanziamento sociale, con l’uso di dispositivi come mascherine e guanti e costante disinfezione delle mani e dei vari locali! Eppure il MIUR ha decretato che gli esami di Maturità 2020 devono svolgersi in presenza. E’ vero che, come già detto, la Scuola e in particolar modo i miei studenti mi mancano molto, ma l’esame in presenza resta a mio (e non solo!) avviso un rischio per la salute di tutti i commissari e i candidati coinvolti. Sono più di 500.000 i maturandi e oltre 50.000 i docenti interessati.

Mi chiedo come ci si organizzerà per garantire la sicurezza a tutti i partecipanti? La Ministra ha sottolineato che le aule dove si terranno le prove saranno pulite anche alla fine di ogni sessione d’esame (mattina/pomeriggio). Ci saranno percorsi predefiniti di entrata e uscita e i locali dovranno essere ben areati. Previsto il distanziamento di 2 metri fra candidati e commissari e fra gli stessi commissari. Sarà necessario indossare la mascherina, mentre gli studenti potranno abbassarla nel corso del colloquio, ma restando a distanza di sicurezza, 2 metri. Non sono necessari i guanti: negli istituti ci saranno prodotti igienizzanti. Ogni candidato potrà portare con sé due accompagnatori, sempre nel rispetto delle misure di distanziamento e indossare la mascherina. Posso, tuttavia, garantire che le aule scolastiche in genere sono di piccole dimensioni e già dal mese di maggio si convertono in caldaie arroventate, senza possibilità di far circolare l’aria malgrado le finestre aperte e i ventilatori che, peraltro, faranno volteggiare e correre il virus, qualora fluttuasse in loco, più veloce della luce.

Un’intera mattinata in apnea sotto le mascherine, in luoghi con temperature che qui in Sicilia possono arrivare anche ai 40° e umidità al 90%. Scenari, dunque, da Far West con personaggi imbavagliati che emetteranno suoni soffocati, porranno domande, esporranno elucubrazioni, tra sudore, attacchi di panico anche per eventuali cali di pressione. Inoltre, mi chiedo con che turni si potrà accedere alla toilette (verrà sanificata? Con quale cadenza?) e intanto con le mani nude si toccheranno fascicoli, carte, libri, tastiere pc. Aggiungiamo pure che l’Inail ha denunciato che i lavoratori over 55 sono particolarmente a rischio (in Sicilia i docenti che hanno già spento 55 candeline abbondano) e che mancano all’appello parecchi Presidenti di commissione.
Insomma, tutto questo, rincarato da forte stress ed ansia, a che pro?

Si sono alzate naturalmente grida di protesta da parte di molti docenti che hanno creato sui social un gruppo “Gruppo Maturità 2020 on line” schierandosi in prima linea per opporsi, appunto, all’esame di maturità in classe e lottando affinché l’esame possa essere svolto in presenza solo se viene garantito il contagio nullo. Sarà mai possibile?

Quanto all’Esame in sé, esso consterà, come già sappiamo, solo di una prova orale, avrà la durata di almeno un’ora e verterà su più punti: un elaborato preparato dal candidato su uno degli argomenti della disciplina d’indirizzo individuata, a suo tempo, come oggetto della seconda prova scritta. L’argomento verrà assegnato dai docenti della materia in questione. Ancora, tenendo conto dei vari testi letti e analizzati in Letteratura italiana durante l’A.S., lo studente dovrà discuterne con riferimenti anche al pensiero e alla poetica dell’Autore. Inoltre, l’alunno dovrà commentare il materiale (documento, progetto, esperienza) scelto dalla Commissione e finalizzato a favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare. Poi, dovrà relazionare sull’esperienza di PCTO (precedentemente noto come “alternanza scuola-lavoro”) svolta nel percorso degli studi e, infine, verranno accertate le competenze acquisite su Cittadinanza e Costituzione.

Nulla sarà semplice e scontato, anzi sarà un nuovo test a cui tutti verremo sottoposti, una nuova esperienza che immancabilmente ci segnerà a fondo. Nonostante tutto io resto ancora con la speranza che la Ministra e tutto il suo staff possano ravvedersi e decretare l’esame “in remoto”.
Ai posteri l’ardua sentenza…

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