Esame di maturità. Lettera
Inviata da Mario Bocola – Le parole del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sull’esame di maturità che non deve prevedere interrogazioni sulle singole discipline (che condivido in parte) e che, invece, l’esame debba svolgersi in un clima di serenità (che condivido in toto) mi hanno fatto venire l’amaro in bocca perché mi hanno riportato indietro a quando ho sostenuto l’esame di maturità nel lontano 1991.
La commissione d’esame all’epoca era composta da docenti esterni, dal Presidente, anch’egli esterno e da un docente della scuola, invece, interno. C’erano due scritti e la prova orale sui programmi svolti. L’esame era molto temuto da noi giovani studenti e dovevamo studiare tutto. Ricordo che l’esame orale non fu una “passeggiata”, anzi avevo davanti a me i commissari esterni che mi interrogarono (nel vero senso della parola) su diverse parti del programma di letteratura italiana, di chimica, di estimo e il colloquio durò circa mezzora.
Uscii dalla aula dove si svolgevano gli orali frastornato, ma soddisfatto per i complimenti da parte della Commissione
giudicatrice. Col passare del tempo ho notato che l’esame di maturità è stato sempre più “annacquato”, “dequalificato”, “depauperato”, sminuito del suo effettivo valore quale primo vero esame della propria vita.
Le commissioni giudicatrici, nel frattempo era diventate miste (metà docenti esterni e metà interni) per poi arrivare ai tempi del Covid 19 con lo svolgimento dell’esame di stato senza le prove scritte. Ora ascoltare le parole del Ministro dell’Istruzione e del Merito che afferma che non si devono fare interrogazioni sulle singole materie mi fanno letteralmente “cadere le braccia”.
L’esame di maturità o meglio il “glorioso” esame di maturità vera dove è finito? È scomparso, è distrutto. Mi chiedo dove sta allora il “Merito” che compare sui documenti del Ministero dell’Istruzione se andiamo a distruggere l’esame più
importante della carriera scolastica di uno studente. Decretiamo così la morte della scuola, della cultura, dell’istruzione a tutti i livelli.
L’esame di maturità non può essere ridotto ad una semplice “chiacchierata” tra vecchi amici al bar, ma deve certificare prima le conoscenze e poi le competenze. Credo che il Ministro voglia mandare all’aria sia le conoscenze che le competenze per costruire una generazione di futuri laureati e lavoratori privi di abilità di base.