Eraldo Affinati: “Reprimere i giovani? Abbiamo già perso. La scuola? Unica zona di resistenza etica”

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“Rispondere all’inquietudine dei giovani inasprendo le pene non servirà a niente”, afferma con convinzione Eraldo Affinati, scrittore e docente, in un’intervista rilasciata a La Repubblica.

Affinati critica apertamente il ddl Sicurezza, che prevede pene più severe per sit-in e blocchi stradali, sostenendo che la repressione non farà altro che acuire il disagio giovanile. “Per evitare lo scontro bisogna agire in modo preventivo, offrendo ai ragazzi modelli di riferimento positivi”, spiega, richiamando l’insegnamento di Don Bosco e l’importanza di un approccio educativo basato sul dialogo e sulla comprensione.

Affinati punta il dito contro la mancanza di esempi positivi da parte degli adulti, spesso più intendi a imporre regole che a incarnare i valori che pretendono dai giovani. “Un adolescente di oggi, pur essendo iperconnesso, mi sembra molto più solo rispetto al passato”, osserva lo scrittore, sottolineando l’urgenza di ricostruire un tessuto sociale solido in cui i ragazzi possano trovare punti di riferimento validi.

In questo contesto, Affinati ribadisce la sua fiducia nel ruolo fondamentale della scuola, definendola “l’unica zona di resistenza etica presente nel Paese”. Un plauso al lavoro quotidiano di tanti insegnanti che, con passione e dedizione, si impegnano a “far brillare gli occhi spenti” dei loro studenti, offrendo loro non solo conoscenze, ma anche strumenti per affrontare le sfide del presente e del futuro.

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