Enrico Galiano: “Negli istituti professionali ho trovato dei poeti, ma sono ignorati. La scuola dovrebbe eliminare le differenze, invece le accentua”

Un’immagine forte e commovente della scuola emerge dalle parole del docente e scrittore Enrico Galiano, condivise sulla sua pagina Facebook.
Galiano, che da anni incontra studenti di medie e superiori in tutta Italia, inizia ogni incontro con una semplice domanda: “Alzi la mano chi ha un sogno?”. Mentre nelle scuole medie le mani si alzano entusiaste, un mare di aspirazioni tra calciatori, cantanti e programmatori di videogiochi, nelle superiori il quadro cambia drasticamente. La differenza, sottolinea Galiano, non è tra licei e istituti professionali in termini di qualità dell’insegnamento, ma nell’atteggiamento degli studenti. “Al Liceo la mano la alzano in tre quarti. Al professionale, se va bene, un quarto”. A volte, confessa con amarezza, “uno solo in tutta la scuola”.
La scuola e la differenza di classe
“Quando si dice che la scuola italiana è classista, è di questo che stiamo parlando”, afferma Galiano. Non si tratta di una presunta superiorità dei licei, ma del fatto che “ai professionali, spesso, ci finiscono ragazzi che hanno già smesso di sognare“. Galiano invita ad ascoltare chi insegna in queste scuole, chi si confronta quotidianamente con “muri di rabbia e rassegnazione“. Sono ragazzi “incredibili”, ognuno con un mondo interiore ricco e complesso, spesso “sepolto sotto coltri di mazzate che la vita gli ha già dato”. La scuola, invece di colmare queste differenze, le accentua. Chi lo nega, secondo Galiano, “o è un bugiardo, o in un professionale non ci è mai entrato”.
La poesia nascosta sotto i cappucci
Eppure, proprio in questi contesti difficili, Galiano scopre talenti nascosti. “In bigliettini di fortuna, con italiano sgrammaticato e punteggiatura assente, in mezzo a quei foglietti ho trovato dei poeti“, racconta. Sotto i cappucci, spesso interpretati come simbolo di indifferenza, si celano “Ungaretti e Montale” in potenza, ragazzi che “se solo fossero ascoltati, visti, incoraggiati a seguirli davvero dei sogni, quella mano la alzerebbero più in alto di tutti”.
L’appello di Galiano è un invito a guardare oltre le apparenze, a riconoscere il valore di ogni studente, a dare voce a quei sogni che aspettano solo di essere scritti e meritano di essere letti.