Enrico Galiano: “La canzone di Brunori Sas andrebbe studiata a scuola. Una lettera d’amore in musica. Un inno alla felicità”

Non ha vinto, ma ha riscosso il parere favorevole del pubblico e della critica musicale. “L’Albero delle Noci” di Brunori Sas, presentata al Festival di Sanremo 2025, è più di una canzone: è una dichiarazione d’amore di un padre a una figlia.
Un testo delicato e potente, che scava nel profondo dell’animo umano, esplorando le gioie e le paure della paternità. “È una lettera d’amore in musica”, ha dichiarato lo stesso Brunori, “una riflessione su cosa significhi diventare padre”. L’immagine dell’albero, simbolo di radici, crescita ed eredità, si lega al desiderio di offrire riparo e protezione alla figlia Fiammetta.
Il brano è ricco di figure retoriche e invenzioni linguistiche, come il verbo “canguro”, coniato dallo stesso cantautore. “I bambini ti mettono a nudo”, spiega Enrico Galiano su Facebook, “ti costringono a dire la verità”. Ed è proprio questa fragilità, questa continua ricerca di autenticità che emerge con forza nel testo. La paura di sbagliare, di non essere all’altezza del ruolo genitoriale, si intreccia con la meraviglia di fronte alla crescita del figlio, al tempo che scorre troppo veloce.
Un inno alla felicità e alla forza trasformativa dell’amore
Ma “L’Albero delle Noci” è anche un inno alla speranza, alla capacità dell’amore di trasformare e dare un nuovo senso alla vita. “La paura si dissolve perché l’amore della figlia ha ridisegnato tutto”, spiega il docente e scrittore. Un amore che cambia “l’architettura del cuore”, permettendo di abbandonarsi alla felicità senza timore. Un messaggio universale, che tocca le corde più profonde dell’animo umano e che, secondo molti, meriterebbe di essere studiato nelle scuole. “Tutti abbiamo avuto paura di amare troppo”, conclude Galiano, “e tutti abbiamo sperato di trovare una nuova stella polare”.