Emergenza docenti di sostegno, anche i genitori scendono in piazza: “Il Tfa dovrebbe essere gratuito, molti insegnanti rinunciano per i costi elevati. Stanchi di una situazione inaccettabile”

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Un’ondata di proteste sta per investire il mondo della scuola, con genitori e docenti di sostegno uniti contro i tagli all’inclusione e la carenza di personale specializzato.

La mobilitazione partirà da Genova lunedì 26 agosto, con una manifestazione davanti al Provveditorato agli Studi organizzata dal comitato “Famiglie senza cure” e sostenuta dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati (CDSS).

Al centro della protesta, la decisione del governo Meloni di equiparare i titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero con quelli ottenuti in Italia, spesso a costi elevati e con percorsi formativi più rigorosi. Una scelta che, secondo i manifestanti, rischia di compromettere la qualità dell’insegnamento e di penalizzare gli insegnanti che hanno investito tempo e denaro nella propria formazione.

“Il Tfa sostegno per l’insegnamento di sostegno dovrebbe essere gratuito”, afferma, in un’intervista all’Adnkronos, Marco Macrì, padre di un bambino disabile e portavoce del comitato “Famiglie senza cure”. “Molti insegnanti rinunciano a questo percorso a causa dei costi elevati. La decisione di equiparare i titoli esteri svaluta la nostra formazione e mette a rischio il diritto all’istruzione dei nostri figli”.

La protesta di Genova è solo il primo passo di una mobilitazione nazionale che culminerà il 6 settembre con una manifestazione a Roma, sotto il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il CDSS chiede al governo di investire nella formazione di qualità e nella stabilizzazione dei docenti precari, garantendo continuità didattica e professionalità nell’insegnamento di sostegno.

“Abbiamo pagato migliaia di euro per specializzarci e ora ci sentiamo traditi”, denuncia, sempre all’Adnkronos, Caterina Marcianò, docente di sostegno di Genova. “La nostra formazione è stata rigorosa e ci ha permesso di acquisire competenze specifiche per accompagnare gli studenti con disabilità. Equiparare il nostro titolo a quelli ottenuti all’estero è un’offesa alla nostra professionalità”.

Anche in Lombardia la situazione è critica. “Nelle scuole non si sa nulla della nuova legge che dovrebbe garantire la continuità degli insegnanti di sostegno”, denuncia Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell’organizzazione di volontariato “Nessuno è escluso”. “Mancano insegnanti preparati e i nostri figli sono costretti a cambiare continuamente punto di riferimento. Siamo stanchi di questa situazione inaccettabile”.

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