“Eliminerei i cellulari dalle classi, ma non ci riusciranno”. Le parole di Umberto Galimberti: “Tutte le cose che s’impongono in termini proibizionisti non funzionano”
“È giusto vietare i cellulari a scuola, io li eliminerei del tutto. Ma è un’impresa che non riuscirà”. Parola del filosofo Umberto Galimberti, che all’agenzia DIRE esprime il suo parere senza mezzi termini sulla spinosa questione degli smartphone in classe.
“Cosa vuol dire che c’è un professore che parla e tu guardi nel tuo telefono, cosa vuol dire che ci si dà una versione di greco e te la tiri giù dal telefonino? Certo che devono essere eliminati!”, afferma Galimberti, sottolineando l’inadeguatezza di un uso distratto e improprio dei dispositivi durante le ore di lezione.
Tuttavia, il filosofo si mostra scettico sulla reale possibilità di applicare un divieto efficace: “Quest’impresa non riuscirà, perché tutte le cose che s’impongono in termini proibizionisti non funzionano”. Una sfida complessa, dunque, che sembra mettere in luce la difficoltà di arginare l’influenza pervasiva del mondo digitale, anche tra i banchi di scuola.