Educazione sentimentale a scuola, Biondi: “Per formare al rispetto non è sufficiente insegnare che lo dice la Costituzione”

Giovanni Biondi, già presidente di Indire, esprime un parere cauto riguardo al modulo sperimentale di educazione alle relazioni contro la violenza di genere proposto dal governo Meloni.
Biondi, in un’intervista a La Repubblica, riconosce l’importanza di superare i ritardi culturali e la necessità di educare i giovani al di là degli stereotipi sessuali. Tuttavia, avverte che non è sufficiente aggiungere una “materia in più” nei programmi scolastici o limitarsi a parole come “sessualità” e “affettività”.
Secondo Biondi, la scuola è innanzitutto un ambiente sociale che dovrebbe promuovere una relazionalità positiva. Sottolinea che l’educazione non si riduce alla semplice trasmissione di conoscenze, ma richiede un ambiente che promuova il rispetto e la responsabilità. Sottolinea che la scuola, da sola, non può affrontare queste sfide senza risorse adeguate.
Biondi distingue tra “trasmettere valori” (educare) e “trasmettere conoscenze” (insegnare). Critica la tendenza a delegare alla scuola compiti educativi troppo ampi, come formare i giovani al rispetto e alla responsabilità verso gli altri.
Biondi identifica la sfida specifica della scuola nel creare un ambiente fisico attraente e funzionale, dove le regole vengono rispettate, comunicando così il valore sociale dell’istituzione. Tuttavia, ammette che molte scuole non sono all’altezza di questo standard.
Per Biondi, educare al rispetto delle donne, alla parità di genere e ad altri valori civici non si limita a insegnamenti teorici. Invece, richiede la creazione di un contesto integrale di comportamenti sani e rispettosi, sia in classe che in attività extracurriculari. Evidenzia l’importanza di esperienze concrete di vita e relazione, come lo sport, la lettura, le visite museali e l’apprendimento interdisciplinare.