Educazione fisica, divieto di lezione pratica nella didattica a distanza o ci sono esercizi “sicuri”?

I Governatori delle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, d’intesa con il Ministero della Salute e il CTS, hanno deciso di limitare la pratica dell’Educazione fisica per cercare di contenere i contagi. E nella didattica a distanza ci sono le segnalazioni di divieti dello svolgimento di attività pratiche in ambiente casalingo. Riportiamo il punto di vista del Prof. Luca Eid Presidente Capdi & LSM. La nostra redazione è aperta ai commenti [email protected]
“Prof. Luca Eid Presidente Capdi & LSM – Gentile Ministra, pervengono in questo periodo alla nostra Confederazione, Capdi & LSM – la Confederazione delle Associazioni Provinciali Diplomati Isef e Laureati in Scienze Motorie (www.capdi.it), numerosi quesiti da parte di docenti di Educazione Fisica e Scienze Motorie impegnati nella didattica a distanza (DAD), i cui Dirigenti scolastici vietano di utilizzare nelle loro videolezioni, in modalità sincrona o asincrona, le esercitazioni pratiche, con le dovute precauzioni, in ambiente casalingo.
Come docenti riteniamo che queste disposizioni risultino lesive della libertà d’insegnamento e che non siano giustificate da adeguate motivazioni in relazione alla sicurezza.
Sarebbero comprensibili, sebbene a nostro avviso superflue, indicazioni rispetto alla necessità di evitare di richiedere ai ragazzi esercizi che non potrebbero essere svolti in ambiente casalingo.
L’educazione fisica e le scienze motorie in generale infatti possono avvalersi di una vastissima gamma di attività pratiche, molte delle quali sono assolutamente eseguibili in sicurezza in qualsiasi ambiente. Ci riferiamo ad esempio alla ginnastica posturale o propriocettiva, ad esercizi di coordinazione o di stretching e a molto altro che non solo è possibile proporre, ma anche doveroso, per compensare le ore di lezione in didattica a distanza che costringono gli studenti di fronte ad un videoterminale.
A tal proposito ricordiamo che il d.lgs. 81/2008 per scongiurare i rischi per la salute (vista, postura, disturbi muscolo-scheletrici e affaticamento) connessi alle attività tramite videoterminali, prescrive l’obbligo di interruzioni e di pause dinamiche, ovvero che implichino movimento ed esercizi di rilassamento e stretching.
Com’è noto le Linee guida per la DDI impegnano gli studenti della scuola secondaria di secondo grado a non meno di 20 ore settimanali nel caso in cui la DDI divenga strumento unico di espletamento del servizio scolastico. A questo monte ore occorre inoltre aggiungere il tempo che gli studenti devono dedicare, sempre in modalità digitale, all’espletamento dei compiti assegnati.
Pertanto, le lezioni di Scienze motorie a distanza basate sullo svolgimento di semplici esercizi, del tutto compatibili con la particolare situazione, risultano preziose per preservare la salute degli studenti e compensare possibili danni fisici e psichici derivanti dal tempo trascorso davanti al videoterminale.
Occorre ricordare che anche l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea il ruolo prioritario dell’esercizio fisico per la salute dei giovani, in particolare nelle condizioni di maggiore sedentarietà imposte dall’emergenza pandemica (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-stili-vita-attivita-fisica-12-17-anni), consigliando una serie di esercizi da svolgere a casa con frequenza quotidiana ed evidenziando che “l’attività fisica, svolta a distanza in community chat, permette di mantenere le relazioni sociali con i propri amici e di sperimentare un uso consapevole e corretto dei dispositivi tecnologici”.
Tutto ciò premesso, chiediamo un intervento ministeriale che, oltre a tutelare la libertà d’insegnamento costituzionalmente garantita, possa consentire ai docenti di Educazione Fisica di scegliere i contenuti, pratici o teorici, da presentare agli studenti in modalità a distanza, certi che la loro competenza tecnica li metterà in grado di selezionare le più opportune proposte didattiche, coerenti con le specifiche modalità di erogazione e in piena sicurezza, rispetto a possibili rischi di infortunio.
Per quanto riguarda la scuola del primo ciclo, i Governatori delle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, d’intesa con il Ministero della Salute e il CTS, hanno deciso di limitare la pratica dell’Educazione fisica per cercare di contenere i contagi. Alla luce di queste ordinanze, vorremmo porre l’attenzione sull’importanza della prevenzione che, attraverso le varie forme di movimento, contribuisce in modo significativo a preservare lo stato di salute, come sottolineato dall’OMS, inteso come stato di benessere fisico, psichico e sociale. Esiste un legame diretto tra la quantità di attività fisica e la speranza di vita, ragione per cui le popolazioni fisicamente più attive tendono a essere più longeve di quelle inattive. Il concetto di attività fisica è molto ampio, comprende tutte le forme di movimento: attività fisica come giardinaggio, laboratori pratici, pause attive, ecc…, di trasporto (es. spostamenti a piedi, camminate), di tipo ricreazionale (svolta per divertimento, per socializzare, per allenarsi).
Secondo l’OMS, per “attività fisica” s’intende “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”. In questa definizione rientrano non solo le attività motorie e sportive, ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare attività operative, che fanno parte della “attività motoria spontanea”. L’espressione “attività motoria” è sostanzialmente sinonimo di attività fisica e come tale viene di fatto utilizzata. Con il termine di “esercizio fisico” si intende invece l’attività fisica in forma strutturata, pianificata ed eseguita regolarmente. Il gioco comprende, invece, l’insieme di attività psicofisiche svolte singolarmente o in gruppo, secondo un sistema di regole, concordato tra i giocatori, che ne determina la logica interna. Il gioco “di movimento”, molto importante nell’infanzia, non va considerato solo come una attività propedeutica allo sport, bensì come una distinta forma motoria educativa, con una peculiare ricchezza di situazioni ludiche che agiscono dal punto di vista affettivo ed emozionale, cognitivo e decisionale, relazionale e comunicativo.
Richiediamo pertanto, anche per le scuole del primo ciclo, un intervento ministeriale teso a chiarire, nelle attività in presenza, nel rispetto della libertà d’insegnamento e dell’autonomia didattica – che spetta ai docenti – la scelta dei contenuti, delle metodologie e delle strategie, ritenute idonee a garantire l’osservanza delle prescrizioni dei DPCM e delle Ordinanze regionali, riconducibili a tutte quelle attività pratiche e ludiche che non comportino intensi sforzi fisici e che prevedano il mantenimento delle distanze di sicurezza.
In attesa di un Suo gentile riscontro, Le porgiamo i nostri cordiali saluti.£