Educazione finanziaria scuola, i sindacati frenano e non vogliono snaturare l’educazione civica. I presidi chiedono docenti specializzati

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Il disegno di legge Competitività approvato dal Governo nei giorni scorsi porta una novità per la scuola: l’educazione finanziaria, che sarà inserita nell’ambito dell’educazione civica. Se il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara esulta, le organizzazioni sindacali non sembra abbiano apprezzato particolarmente l’iniziativa del Governo.

Secondo Giuseppe Valditara, “con il ddl Competitività, l’Educazione finanziaria sarà studiata nell’ambito dell’Educazione Civica. Risparmio e investimento saranno centrali nella crescita dei ragazzi. Il MIM redigerà le linee guida per l’insegnamento, d’intesa con Bankitalia, Consob e realtà rappresentative”.

La misura

Grazie alla misura prevista, infatti, in un’ottica interdisciplinare e trasversale, fra i temi inseriti nelle 33 ore di educazione civica acquisiscono centralità nel percorso formativo la finanza, il risparmio e l’investimento, con l’obiettivo di rendere i ragazzi cittadini consapevoli, capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese. Per promuovere la cultura finanziaria, il ddl prevede forme di cooperazione tra soggetti istituzionali e soggetti portatori di interessi economici.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, pertanto, definirà le linee guida per lo studio dell’Educazione finanziaria nelle scuole, d’intesa con la Banca d’Italia e la Consob e sentite le associazioni rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari. Inoltre, il MIM, la Banca d’Italia e la Consob sottoscriveranno appositi accordi per promuovere la cultura finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica.

Il rapporto Edufin

L’educazione finanziaria a scuola, sembrerebbe comunque ricevere sempre più consenso. Lo dimostra il recente Rapporto Edufin 2022 “Educazione finanziaria: strumento d’orientamento in tempo d’incertezza” realizzato dal Comitato Edufin in collaborazione con Doxa.

Secondo il rapporto, non solo è altissima ma è anche aumentata negli anni la quota di italiani che vorrebbe l’introduzione dell’educazione finanziaria sia nelle scuole (da 86,5% a 89,1%) che sul posto di lavoro (da 76,5% a 79,5%).

L’indagine definisce “incoraggiante” che circa il 67% della popolazione conosca gli effetti dell’inflazione sul potere di acquisto. In questo contesto però, nonostante i miglioramenti riscontrati e il grande successo riscosso dal “Mese dell’Educazione Finanziaria”, la strada da fare in questo campo è ancora lunga.

Dubbi e perplessità dai sindacati

A prescindere dai questi dati, i sindacati non sembrano molto convinti della misura introdotta dal Governo.

 “Si conferma un orientamento politico che vede nella scuola non il luogo dove si formano soggetti capaci di riconoscersi parte attiva delle proprie scelte di vita e si acquisiscono gli strumenti critici per la conoscenza di sé e del mondo, ma si preparano le nuove generazioni secondo un paradigma funzionalista, rendendo l’istruzione subalterna alle logiche di mercato e all’attuale modello di sviluppo“, dice il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli.

Oltre al fatto – conclude – che nel perimetro dell’educazione civica, che ricordiamo consiste in 33 ore per anno scolastico, si tenta di far rientrare attività che comprendono tutto lo scibile umano, con il rischio di trascurare quelli che sono i veri temi relativi alla cittadinanza democratica.

Sono perplessa – dice Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola – rispetto al voler far diventare questa disciplina come un contenitore indistinto dal quale si può attingere in maniera non definita. Inviterei a quindi – conclude –  ad una riflessione seria su questo“.

Suggerisco – sottolinea la numero uno della Cisl Scuola – di porre attenzione a non snaturare il senso dell’Educazione Civica e dei contenuti e delle competenze ad essa connesse e quindi di evitare che l’educazione civica diventi un contenitore indistinto dove inserire, via via che se ne ravvede l’interesse, qualsiasi sfumatura contenutistica“.

Secondo il sindacato Anief, un ruolo centrale su cui riflettere è quello della formazione. Secondo il presidente Marcello Pacifico, servono docenti specialisti per insegnare l’educazione finanziaria a scuola, avanzando alcune proposte.

Anche i presidi non mancano di sottolineare le criticità: l’educazione civica, come spiegato da Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio, è una materia trasversale insegnata da docenti di diverse discipline, quali storia, italiano, filosofia e matematica, che collaborano per fornire un’educazione civica completa. Tuttavia, secondo la dirigente scolastica, l’istruzione finanziaria presenta specificità che non tutti gli insegnanti possiedono, quindi emerge la necessità di docenti specializzati in materia.

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