Educazione (civica) e rispetto, basi per le premesse sociali. Lettera

Inviato da Alessia Rivelli – Finalmente insieme verso un progetto condiviso, la Camera dei deputati ha approvato un emendamento al disegno di legge per l’introduzione dell’insegnamento di educazione civica all’elementare che elimina le cosiddette “note disciplinari”, come le note sul registro o sul diario e le sospensioni, per i bambini dai 6 a 10 anni.
L’ insegnamento dell’educazione civica nella scuola primaria sarà trasversale e interdisciplinare, con prove intermedie e finali e dovrà durare non meno di 33 ore all’anno (circa un’ora a settimana).
La scuola con la pluralità dei suoi strumenti disciplinari è la palestra privilegiata per favorire il pieno sviluppo alla persona nella costruzione del sé, quale persona libera e autonoma, capace dei suoi diritti e doveri, capace di inserirsi nella società, prospettiva riassunta nel quadro delle competenze chiave di cittadinanza citate nel regolamento dell’ Obbligo d’ istruzione.
Non si può, inoltre, prescindere dalla costruzione del sé, dal relazionarsi con gli altri è dal rapporto con la realtà, a partire da questo presupposto, i docenti si trovano di fronte ad un campo vasto dove si intrecciano gli obiettivi e i contenuti di apprendimento con le dimensioni di carattere cognitivo, affettivo , relazionale.
L’ educazione civica, in sintesi, è quindi complessità e richiede un’ azione condivisa e un tutoraggio con una linea educativa comune che andrà a sviluppare la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società e a far vivere le diverse dimensioni dell’ identità e sviluppare capacità di giudizio critico e di prendere decisioni autonome, e promuovere interesse e capacità di collaborazione.
Si tratta allora di prevedere un percorso formativo che, in coerenza con il Piano dell’ offerta formativa e nella prospettiva di una modifica comportamentale e valoriale, che coinvolga tutte le attività di insegnamento e tutti i docenti sia sul piano etico , sia sul piano tecnico sia su quello didattico e metodologico, perché l’ educazione alla cittadinanza riguarda la vita, il modo di essere e di agire di ciascuno nei rapporti con sé e con gli altri.
I docenti progetteranno ed elaboreranno attività disciplinari monitorate e coordinate con particolare attenzione alla Costituzione, istituzioni dello stato e dell’Europa, Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, elementi fondamentali di diritto, educazione ambientale, educazione alla legalità, educazione al rispetto e al patrimonio culturale, promozione dell’educazione stradale e al volontariato.
In conclusione l’educazione e il rispetto sono le basi per le premesse sociali e su questo non ci possono essere compromessi ma , solo punto fermi da realizzare con azioni quotidiane nella vita pratica. Se l’educazione è un investimento per il futuro, l’ educazione alla cittadinanza è un investimento per il futuro democratico d’ Europa.