Educazione civica, CSPI: no a sperimentazione obbligatoria e fondi per pagare i docenti. Scarica il Parere

Il CSPI ha espresso parere sull’avvio dell’insegnamento dell’educazione civica a seguito della pubblicazione della legge avvenuto il 5 settembre.
No a sperimentazione obbligatoria
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, ha bocciato l’eventuale “natura obbligatoria della sperimentazione” proposta dal ministero uscente, in quanto una “Contradictio in terminis”. La sperimentazione “obbligatoria” infatti, andrebbe confliggere con il regime autonomistico delle scuole.
Altre criticità
Qualora la sperimentazione non dovesse essere intesa come obbligatoria per tutti, il CSPI evidenzia comunque alcune criticità.
Infatti, il provvedimento ministeriale:
- non individua la platea delle istituzioni scolastiche potenzialmente coinvolte e le modalità di adesione delle scuole interessate;
- non prevede una “durata definita” del progetto sperimentale proposto, ma si limita ad indicare che esso sia attuato dall’anno scolastico 2019/20;
- non indica con chiarezza gli “obiettivi” che dovrebbero caratterizzare la sperimentazione proposta, non sono infatti evidenziate le finalità e i risultati attesi;
- non si prevede alcuna “valutazione di risultati “: è assente ogni riferimento ai soggetti, alle modalità e ai tempi con cui si intende procedere alla valutazione dei risultati della sperimentazione proposta.
Adempimenti di accompagnamento per l’avvio
Inoltre, nel parere viene evidenziata la necessità per avviare tale sperimentazione di una serie di adempimenti sul piano organizzativo e
didattico di difficile attuazione e tale da compromettere la qualità ed il significato della sperimentazione stessa.
Innanzitutto, risulterebbe sicuramente sconvolto il curricolo e il piano di attività, già predisposto per l’a.s. 2019/20, come prevede l’art. 3 c. 1 del DM in esame, inserendo l’insegnamento trasversale dell’educazione civica attraverso la quota della autonomia riservata alle scuole per trentatré ore annuali, adempimenti che le stesse hanno già realizzati da tempo.
Il CSPI, però, indica una serie di azioni strategiche per far sì che le scuole vengano accompagnate in una riforma di tale portata.
A partire dalla formazione degli insegnanti, alla valorizzazione di quanto già attivato dalle scuole per “Cittadinanza e Costituzione”, coinvolgimento degli enti locali, ad investimenti per incrementare gli organici e retribuire il lavoro dei docenti.
Conclusioni CSPI
Il CSPI ritiene necessario non dare avvio alla sperimentazione e viceversa suggerisce di utilizzare l’anno scolastico in corso per:
- preparare studenti e genitori al significato del nuovo insegnamento, anche in previsione delle opportune ridefinizioni dei patti di corresponsabilità che devono essere estesi alla scuola primaria e revisionati nella scuola secondaria di primo e secondo grado, come prevede l’art. 7 della legge n. 92 già citata;
- chiarire il rapporto tra la nuova disciplina e i comportamenti sociali e civici (anche alla luce delle nuove competenze-chiave europee del 22 maggio 2018);
- realizzare adeguate iniziative di formazione del personale scolastico;
- studiare modalità di valutazione del nuovo insegnamento anche nelle sue connessioni con gli strumenti attualmente esistenti quali le rubriche di valutazione che chiariscano i diversi livelli di apprendimento corrispondenti ai voti, la certificazione delle competenze e il sistema degli
esami.
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