Educazione civica, come si insegna in Europa: i contenuti del curricolo sono multidimensionali, ricchi e adatti a ciascun livello di istruzione
L’educazione alla cittadinanza fa parte dei curricoli nazionali dell’istruzione generale in tutti i paesi. Lo studio ha confermato che l’educazione alla cittadinanza è molto più del semplice insegnare agli studenti la struttura costituzionale di un paese.
Tutti i paesi hanno curricoli ambiziosi per sviluppare una serie di competenze, tra cui quelle relative all’interazione efficace e costruttiva con gli altri, all’agire in modo socialmente responsabile, all’agire democraticamente e al pensiero critico. La maggioranza dei paesi include nei propri curricoli responsabilità personale, cooperazione e comunicazione a tutti i livelli di istruzione. Questo è quanto aveva sottolineato, neppure un anno fa, nella collana “I Quaderni di Eurydice Italia”, il volume “L’educazione alla cittadinanza a scuola in Europa” che, senza ombra di dubbio, si insinua nel solco della grande tematica dell’educazione civica, con un adeguato ragionamento comparato del quale nessuno, proprio nessuno, può fare almeno.
Il pensiero critico
Per quanto riguarda l’area delle competenze relative al “pensiero critico”, area della quale l’educazione civica prospettata, deve per ragion forza far leva, la maggioranza dei paesi europei promuove l’”esercizio della capacità di giudizio” da parte degli studenti a tutti i livelli. Ciò la dice lunga sulla scelta normativa operata in Italia e sulle scelte metodologiche, contenutistiche e di competenza, cui l’insegnante deve far leva. Comprendere dove dobbiamo giungere ci permette di scegliere il percorso più adeguato, nella sfera autonoma dell’istituzione scolastica cui apparteniamo e della nostra libertà di insegnamento, da progettare, meglio, co-progettare con i nostri alunni, e, dunque, percorrere.
Le competenze del Primo ciclo e quelle del Secondo
Altre competenze, come la “creatività”, sono con maggiore probabilità insegnate ai livelli primario e secondario inferiore, mentre la capacità di fare domande e le competenze analitiche tendono a essere più coltivate nelle scuole secondarie superiori. È interessante notare come un’ampia maggioranza di paesi tratti il tema del rispetto, inteso in senso generale come il rispetto di opinioni e convinzioni diverse oppure, in particolare, come il rispetto di altre culture e religioni o di diritti umani. Nonostante i diritti umani siano una tematica affrontata a tutti i livelli di istruzione, la maggior parte dei curricoli dell’educazione alla cittadinanza cerca di promuovere un senso di appartenenza alla comunità nel suo complesso, soprattutto durante l’istruzione primaria. Vale la pena sottolineare che partecipazione, rispetto della democrazia e delle regole e conoscenza delle istituzioni politiche figurano tra le competenze politiche citate esplicitamente con maggiore frequenza. Nel complesso, sottolinea Eurydice Italia in “L’educazione alla cittadinanza a scuola in Europa”, le competenze relative allo sviluppo personale e alle interazioni interpersonali degli studenti vengono promosse soprattutto nelle scuole primarie. Il pensiero critico, invece, è solitamente coltivato nell’istruzione secondaria inferiore, mentre l’apprendimento di un modo di agire democratico avviene a livello secondario superiore.
Gli obiettivi specifici e i curricula europei
La maggior parte dei paesi utilizza obiettivi specifici per esprimere gli obiettivi del curricolo.
Le autorità educative di livello superiore hanno vari mezzi a loro disposizione per esprimere gli obiettivi del curricolo, che sono pensati per guidare le scuole e i docenti. Esse possono decidere di stabilire finalità generali, che fungono solo da linee guida generiche, oppure scegliere di offrire indicazioni più dettagliate formulando obiettivi specifici e/o risultati di apprendimento. Il rapporto mostra che la maggior parte dei paesi europei non si limita a definire finalità generali, ma indica anche obiettivi specifici (30 sistemi educativi su 42) o risultati di apprendimento (28). Un numero non inferiore a 19 paesi europei utilizza un insieme dei tre tipi di indicazioni relative al curricolo: finalità generali, obiettivi specifici e risultati di apprendimento.
L’educazione alla cittadinanza è solitamente integrata in altre materie
Nei paesi europei, nell’istruzione generale vengono utilizzati tre approcci principali per integrare l’educazione alla cittadinanza nel curricolo: essa può essere impartita come materia a sé stante, può essere integrata in materie obbligatorie o aree di apprendimento più ampie, come le scienze sociali o lo studio delle lingue, oppure può essere considerata un obiettivo cross-curricolare che tutti gli insegnanti devono perseguire. La maggior parte dei sistemi educativi – ricorda Eurydice – utilizza un approccio integrato o cross-curricolare e molti si avvalgono di entrambi in tutti i livelli dell’istruzione generale. Questo implica che una percentuale significativa di docenti si aspetta di essere coinvolta nell’educazione alla cittadinanza o civica come l’abbiamo ribattezzata in Italia. Con minore frequenza, l’educazione alla cittadinanza viene offerta come materia obbligatoria a sé stante e, laddove si segua tale approccio, essa è più comune a livello secondario.
Quando l’educazione alla cittadinanza è off erta come materia a sé stante, esistono differenze sostanziali tra paesi nella durata dell’offerta formativa.
L’enfasi sull’educazione alla cittadinanza come materia obbligatoria a sé stante nell’istruzione generale varia notevolmente tra i 20 sistemi educativi esaminati.
I periodi più lunghi di insegnamento si osservano in Estonia, Francia, Slovacchia e Finlandia, dove la cittadinanza come materia a sé stante viene insegnata, per ogni anno scolastico, per un minimo di sette e un massimo di dodici anni scolastici. All’estremo opposto, le materie obbligatorie in Croazia, Cipro e Turchia sono off erte solo in un anno dell’istruzione generale. Queste differenze sostanziali si riflettono, a loro volta, nelle raccomandazioni sulle ore medie di insegnamento nell’intero ciclo di istruzione generale, che vanno da sei ore in Croazia a 72 ore in Francia.
Raccomandazioni sulla partecipazione di studenti e genitori alla governance delle scuole
I consigli studenteschi sono canali importanti attraverso i quali tutti gli studenti possono vivere l’esperienza pratica del processo democratico fi n dalle primissime fasi dell’istruzione. Possono anche rappresentare canali attraverso cui le persone coinvolte possono sviluppare competenze trasversali, come il lavoro di squadra, la fiducia e la sicurezza in sé, che possono aiutarle a fare la differenza nel mondo che le circonda. Inoltre, coinvolgere i genitori nelle scuole può aiutare a sviluppare una cultura scolastica democratica e inclusiva, che promuova un senso di responsabilità condivisa. Nei paesi europei, le raccomandazioni relative ai consigli studenteschi del livello secondario inferiore e superiore e alla rappresentanza dei genitori negli organi di governo della scuola sono quasi universali. Per l’istruzione primaria, le raccomandazioni sul coinvolgimento dei genitori negli organi di governo della scuola sono molto diffuse (le uniche eccezioni sono rappresentate da Finlandia e Svezia, che consentono l’autonomia scolastica in tale ambito), ma sono molte meno quelle sulla partecipazione degli studenti attraverso i consigli studenteschi.
La valutazione degli studenti nell’educazione alla cittadinanza
La valutazione, che costituisce parte integrante dell’insegnamento e dell’apprendimento, è solitamente considerata un compito particolarmente complesso nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza, non soltanto per l’ampio ventaglio di obiettivi curricolari assegnati alla materia, ma anche per i vari contesti in cui viene svolta nelle scuole. Ventisei sistemi educativi forniscono ai docenti linee guida ufficiali sulla valutazione in classe, che si applicano all’educazione alla cittadinanza. Entrambi i metodi di valutazione tradizionali, come i test a scelta multipla e metodi alternativi considerati particolarmente idonei nel contesto dell’educazione alla cittadinanza, come la valutazione basata su progetti o l’autovalutazione/valutazione tra pari, sono raccomandati praticamente in egual misura. Tuttavia, la valutazione del portfolio, che figura anche tra i metodi di valutazione indicati come particolarmente adatti per l’educazione alla cittadinanza, è menzionata nelle linee guida nazionali di otto paesi solo per l’istruzione primaria e secondaria.
Le prove nazionali vengono organizzate per lo più a fi ni certificativi
Oltre alle linee guida per la valutazione continua degli studenti, anche l’inclusione dell’educazione alla cittadinanza nelle prove nazionali può aiutare a evidenziare l’importanza della materia nonché a migliorare la continuità del processo di apprendimento. Tuttavia, continua Eurydice, è importante che le prove nazionali nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza siano pensate con attenzione, in modo da considerare adeguatamente tutte le dimensioni chiave di questa complessa materia, ovvero l’acquisizione di conoscenze teoriche, lo sviluppo di competenze come capacità analitiche e pensiero critico e l’adozione di alcuni valori e atteggiamenti, quali il senso di tolleranza e la partecipazione. Le prove nazionali aventi ad oggetto l’educazione alla cittadinanza vengono svolte ad un certo punto dell’istruzione generale in 17 sistemi educativi. È interessante notare che una valutazione standardizzata in tale area viene effettuata non soltanto nei sistemi educativi in cui l’educazione alla cittadinanza è insegnata come materia obbligatoria a sé stante, ma anche nei paesi in cui essa viene off erta nell’ambito di altre materie e/o come tema cross-curricolare. Nella maggior parte dei casi, le prove nazionali sull’educazione alla cittadinanza mirano a sintetizzare i risultati conseguiti dagli studenti alla fi ne dell’anno scolastico, prima di rilasciare certificati o di prendere decisioni formali sulla promozione dello studente al livello successivo di istruzione. Tuttavia, otto sistemi educativi (Belgio – Comunità fiamminga, Repubblica ceca, Estonia, Spagna, Francia, Lituania, Slovenia e Finlandia) effettuano tali prove per valutare il sistema educativo nel suo complesso e/o le singole scuole, al fine di rilevare miglioramenti dell’insegnamento e dell’apprendimento nell’area dell’educazione alla cittadinanza e non per prendere decisioni sul percorso dello studente. In Estonia, è in corso lo sviluppo di prove nazionali per migliorare le competenze sociali e civiche.
Alcuni esempi europei (non solo comunitari)
In Belgio (Comunità fiamminga), i team delle scuole secondarie sono collettivamente responsabili di decidere come attuare i vari obiettivi curricolari di ampio respiro che riguardano l’educazione alla cittadinanza (ad esempio, assumersi responsabilità, mostrare rispetto, essere critici, ecc.), nonché altri obiettivi più specifici (ad esempio quelli relativi al contesto politico e giuridico). L’ISCED 1, mostra soltanto la situazione delle scuole che offrono la possibilità di scegliere tra diversi corsi di religione e studi morali. Dal 2017/18 in queste scuole viene anche insegnata una materia obbligatoria a sé stante al livello secondario. Nelle altre scuole, i contenuti e gli obiettivi dell’educazione alla filosofia e alla cittadinanza devono essere raggiunti attraverso tutte le materie.
In Danimarca, i curricoli dell’’istruzione secondaria superiore prevedono che sia i programmi di istruzione che la cultura scolastica debbano aiutare a preparare gli alunni alla partecipazione, alla co-responsabilità, ai diritti e alle responsabilità in una società libera e democratica.
In Croazia, le scuole dei livelli ISCED 1 e 2 sono tenute a sviluppare il curricolo di educazione alla cittadinanza come tematica cross-curricolare e interdisciplinare, ma possono decidere di insegnare l’educazione alla cittadinanza come materia a sé stante.
In Ungheria, il Curricolo nazionale di base rende l’”educazione alla cittadinanza attiva e alla democrazia” un’attività chiave da sviluppare nell’intero sistema educativo e lascia alle scuole la libertà di integrare gli “studi sulla madrepatria” come materia obbligatoria a sé stante a livello primario.
In Portogallo, in conformità con le linee guida specifiche emanate nel 2012, l’educazione alla cittadinanza deve essere attuata come area curricolare trasversale. Essa può essere implementata anche attraverso lo sviluppo di progetti e attività, nell’ambito dei rapporti tra scuola e comunità, oppure come materia obbligatoria a sé stante nelle scuole di livello primario e secondario inferiore. Secondo la nuova strategia nazionale per l’educazione alla cittadinanza, introdotta a settembre 2017, è in corso di sperimentazione una nuova materia chiamata “cittadinanza e sviluppo”, insegnata come materia obbligatoria a sé stante al secondo e al terzo ciclo dell’istruzione generale e come area cross-curricolare nel resto del percorso di istruzione generale.
In Islanda, nel curricolo nazionale per l’istruzione generale di livello secondario superiore, democrazia e diritti umani sono definiti come pilastri fondamentali di tale livello di istruzione e costituiscono parte integrante di tutte le materie e delle attività scolastiche.
In Grecia, secondo il Quadro di riferimento del curricolo multitematico per l’istruzione obbligatoria, due o tre ore di insegnamento a settimana sono dedicate ad attività basate su progetti interdisciplinari relative a una serie di argomenti importanti per l’educazione alla cittadinanza, tra cui “partecipazione alle attività scolastiche ed extra-scolastiche”, “utilizzo dei media”, “parità di genere”, “comunicazione e interazione interculturale” e tematiche ambientali.
In Finlandia, le scuole di ciascun livello di istruzione generale sono tenute a realizzare moduli di apprendimento multidisciplinari relativi all’educazione alla cittadinanza, in cui gli alunni svolgono un ruolo attivo nella pianificazione dei contenuti e dei processi di apprendimento.
In Irlanda, l’ex materia a sé stante “educazione civica, sociale e politica” insegnata durante l’istruzione secondaria inferiore fino al 2016/17 è diventata parte dell’area di apprendimento obbligatoria “benessere” a partire dal 2017/18.
A Cipro, i contenuti della materia obbligatoria a sé stante “educazione civica” insegnati al nono anno fino al 2014/15 e al dodicesimo anno fi no al 2016/17, vengono offerti a partire dal 2017/18 da altre materie, ovvero principalmente da “storia” e “Grecia moderna”.
In Norvegia, la materia obbligatoria “attività del consiglio degli alunni” precedentemente insegnata a livello secondario inferiore, è stata eliminata dai curricoli dal 2012/13. I temi che riguardano il coinvolgimento e la partecipazione degli studenti sono stati integrati nella materia “studi sociali”.
Infine, in Croazia (già citata) e Bosnia-Erzegovina, l’educazione alla cittadinanza viene offerta come materia obbligatoria a sé stante senza essere integrata in altre materie obbligatorie.
Irlanda e Cipro: dal 2017/18, le materie obbligatorie a sé stanti sono state integrate in aree di apprendimento più ampie.
Spagna: le informazioni sulle materie in cui è integrata l’educazione alla cittadinanza riflettono il curricolo di base del Ministero dell’istruzione, della cultura e dello sport che si applica a livello nazionale e che è integrato dalle Comunità autonome nella loro giurisdizione. La materia obbligatoria a sé stante si basa sulle informazioni fornite dall’Andalusia (per il quinto anno) e dall’Extremadura (per l’ottavo anno).
Portogallo: dal 2017/18 è in corso la sperimentazione dell’insegnamento di una nuova materia obbligatoria a sé stante “cittadinanza e sviluppo” negli anni che vanno dal quinto al nono in 230 gruppi di scuole pubbliche e private (che comprendono circa la metà del numero totale di istituti).
Slovenia: durante il percorso di istruzione del livello ISCED 3, sebbene non esistano materie obbligatorie a sé stanti nell’area della cittadinanza, tutti gli studenti devono seguire un modulo su “cultura della cittadinanza” e un altro su “educazione alla pace, alla famiglia e alla non violenza”.
Finlandia: a livello secondario superiore dell’istruzione generale, gli studenti hanno la possibilità di decidere gli anni in cui completare i tre corsi obbligatori in studi sociali.
Svizzera: per i livelli ISCED 1 e 2, le informazioni si basano sul Plan d’études romand, che è il curricolo che si applica soltanto alle regioni di lingua francese.
Francia: l’educazione alla cittadinanza è integrata in “scienze della terra e della vita” dal livello ISCED 2.
Lituania: l’insegnamento della materia obbligatoria “economia domestica” si applica solo al livello ISCED 2.
Ungheria: l’insegnamento della materia obbligatoria “studi storici, sociali e sulla cittadinanza” inizia solo al livello ISCED 2.
Polonia: l’insegnamento della materia obbligatoria “storia e società” si applica solo al livello ISCED 1. Nell’istruzione secondaria superiore, l’educazione alla cittadinanza è integrata in “introduzione all’imprenditorialità”. La materia “conoscenza della società” deve essere insegnata in uno dei tre anni del livello ISCED 3 generale, a discrezione del dirigente scolastico.
Romania: le materie relative allo sviluppo personale sono insegnate solo al livello ISCED 1.
Slovacchia: la materia “studi sociali” che integra componenti di educazione alla cittadinanza, ovvero “la madrepatria”, viene insegnata soltanto al livello ISCED 1.
Regno Unito (NIR): a livello ISCED 2, tutte le aree di apprendimento obbligatorie comprendono aspetti di educazione alla cittadinanza.
Liechtenstein: “economia domestica” inizia a partire dal livello secondario inferiore.
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