Educazione civica, Apidge illustra i numeri del fallimento

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Il fallimento dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica confermato dai numeri. Apidge, l’associazione degli insegnanti di scienze giuridiche ed economiche, intervenendo, anche con un post Facebook, a margine della presentazione, da parte della deputata Elisabetta Barbuto, di una proposta di legge volta a inserire del diritto e dell’economia politica in tutte le scuole, ha promosso, d’intesa con La voce della scuola, un’indagine nazionale per verificare il grado di soddisfazione degli studenti su questo tema.

Grazie ai rilievi demoscopici effettuati da Irase, istituto specializzato nelle indagini di settore, è emerso come in più della metà delle scuole gli studenti lamentino di non disporre di un calendario di lezioni di educazione civica, dunque non sono in grado di sapere quando la lezione di una certa disciplina divenga educazione civica. Rita Mammino, vicepresidente nazionale di Apidge, pone l’accento su un dato ancora più significativo: «In due scuole su tre, dopo cinque o sei mesi, gli studenti non sanno a quale insegnante sia stato affidato il ruolo di coordinatore di classe».

L’iniziativa di Barbuto, secondo l’associazione, va necessariamente approvata entro la fine della legislatura: «La legge 92 del 2019 – conferma il presidente nazionale, Ezio Sina – tarda a decollare, anzi, sta creando disagi e confusione nella didattica di tutti i giorni. Questo è un disegno di legge che Apidge sostiene e condivide: il tempo dei tentativi, delle sperimentazioni, delle esperienze in educazione civica è finito. Gli alunni non sono cavie da sacrificare all’innovazione didattica, come attualmente sta avvenendo nelle ore di educazione civica».

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