Educare alle relazioni, il piano di Valditara: 30 ore annue opzionali. 15 milioni per pagare i docenti coinvolti. Le info utili

“Noi dobbiamo sradicare dalla società italiana i residui di un maschilismo arcaico che umiliano la donna. Quindi dobbiamo partire proprio dalla scuola, dalla cultura, dalla formazione dei nostri giovani”.
Sono le parole del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, presentando il piano di Educare alle relazioni, il progetto educativo che dal prossimo anno partirà in tutte le scuole secondarie di secondo grado italiane. Ecco cosa prevede il progetto.
Il programma “Educare alle relazioni”
Il programma, destinato alle scuole secondarie di secondo grado, si svilupperà in percorsi educativi extra-curriculari, con un impegno di 30 ore annue. La partecipazione sarà facoltativa, e ogni istituto aderirà su base volontaria, previo consenso dei genitori.
Il finanziamento di 15 milioni di euro dai fondi Pon mira a supportare le attività proposte, incentrate su metodologie laboratoriali e attività pluridisciplinari, e pagare i docenti coinvolti nel progetto.
I docenti saranno al centro di questa iniziativa, assumendo il ruolo di moderatori in gruppi di discussione studenteschi. L’Indire, in collaborazione con professionisti qualificati, fornirà formazione specifica ai docenti coinvolti. La nomina di un docente referente per ogni scuola garantirà un’implementazione coordinata ed efficace del programma.
Un aspetto rilevante del progetto è l’inclusione delle famiglie. Il Fonags opererà in sinergia con la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico, per integrare le esigenze e osservazioni dei genitori. Si prevede anche un monitoraggio accurato per valutare l’impatto e l’efficacia degli interventi.
Il progetto include la creazione di presidi territoriali psicologici in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi. Si prevede anche la partecipazione di influencer, cantanti, attori e figure professionali come psicologi, avvocati, assistenti sociali, e organizzazioni contro la violenza di genere. L’intenzione è quella di coinvolgere i giovani attraverso figure a loro vicine e riconoscibili.
Alla fine della sperimentazione, sarà condotta una valutazione per identificare le pratiche migliori e valutare la possibilità di rendere il programma un elemento obbligatorio nel curriculum scolastico. Questa iniziativa rientra in un contesto più ampio di sensibilizzazione, che coinvolge anche i ministeri delle Pari Opportunità e della Famiglia, e della Cultura, con un focus sulla diffusione del numero verde antiviolenza 1522.