Ecco la provincia con i docenti più giovani d’Italia: oltre il doppio della media italiana di insegnanti over 35

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Il corpo insegnanti italiano è fra i più vecchi di tutta l’Europa. Ma non è così in tutte le province, anzi: nel cuneese ci sono gli insegnanti più giovani d’Italia.

Tutto ciò emerge dal report di OpenPolis che fotografa la situazione al 2022, in cui si evince, si legge su La Repubblica, da un lato il divario tra regioni del Sud e del Nord ma anche il primato del Cuneese, con il 6,84% di prof che hanno meno di 35 anni rispetto alla media italiana del 2,99 e al 4,79 che si registra nel torinese. La media sale al 10% se si considerano anche i giovani precari.

Rilevante ricordare in tal senso che tanti docenti si trasferiscono dalle zone del Sud, dove invece l’età media è alta, per le prime esperienze lavorative, e c’è chi decide di restare.

Non è il caso di Dalila Della Piana, classe ‘93, docente di francese da un anno in ruolo, che è invece cuneese di nascita e lavora nell’istituto professionale Cillario Ferrero di Alba. “Ho iniziato a insegnare quando avevo 26 anni, sono riuscita a entrare in ruolo che non ne avevo ancora compiuti 30 e sono fortunata perché ho trovato disponibilità vicino casa“, racconta.

Nella sua scuola i giovani sono tanti “e c’è un ambiente molto energico e vitale, con tanta voglia di fare bene“, ammette. È tra le poche piemontesi così giovani, “solo una collega lo è, poi ci sono siciliani, pugliesi e altre regioni del Sud dove non c’è molta offerta di lavoro come da noi. Siamo una provincia grande per estensione e anche con un elevato numero di scuole superiori“.

Proprio sui colleghi originari del Sud dice: “Li stimo moltissimo perché prendono una decisione che stravolge le loro vite, ancor di più i colleghi precari che la prendono in pochi giorni per seguire la grande vocazione dell’insegnamento. Dopo il primo approccio col Nord, e so che sappiamo essere un po’ chiusi – aggiunge – si trovano bene: l’istituto rappresenta un po’ un’isola felice“.

Tra i tanti giovani ci sono molte nuove leve, di sicuro un grande valore aggiunto per i nostri studenti perché sono competenti, portano innovazione con tanta voglia di sperimentare, soprattutto dopo il Covid“, dice la DS dell’istituto, che aggiunge che nell’istituto di Alba il 40 per cento dei docenti è precario “e chi arriva da lontano affronta tanti sacrifici ma credo che scelga la nostra provincia perché qui c’è maggiore disponibilità, diverse graduatorie sono esaurite e per classi di concorso come le Stem non troviamo docenti: credo che i prof abbiano più possibilità di scoprire qui le opportunità lavorative che cercano”.

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