Ecco la classe senza voti: unica pagella, quella di fine anno. La preside: “La valutazione crea ansia e disagio, ecco cosa faremo”

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Un istituto superiore privo di voti, in cui gli studenti apprendono l’autovalutazione attraverso il dialogo con docenti e compagni di classe. L’unica valutazione prevista sarà quella di fine anno.

Così come racconta La Repubblica, questa è la metodologia sperimentale adottata dal Liceo Scientifico Cannizzaro, l’unico in Sicilia e il terzo in Italia, che in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Psicologiche dell’Università di Palermo, sta formando 25 insegnanti che volontariamente faranno parte, a partire dal prossimo anno scolastico, della prima sezione senza voti dell’istituto.

Anna Maria Catalano, preside del Cannizzaro, afferma che si tratta di una metodologia sperimentale che verrà studiata con l’aiuto degli esperti, presupponendo un cambiamento dei modelli culturali. Secondo uno studio recente del Censis, il 49% dei giovani tra 18 e 34 anni soffre di ansia, legata a scarse prestazioni accademiche, causando disagio psicologico e dispersione scolastica.

Il progetto prenderà il via con una classe del primo anno composta da un massimo di 25 studenti, che saranno seguiti fino alla maturità attraverso la “valutazione narrativa”. Questo modello è stato precedentemente adottato da una scuola di Cesena, che però lo ha abbandonato dopo un anno. Gli unici esempi italiani attuali sono il Liceo Scientifico Morgagni di Roma e l’Istituto Michelangelo Buonarroti di Monfalcone.

Giorgia Coppola, dottoranda del Dipartimento di Psicologia e parte del progetto “La scuola senza voto” del Cannizzaro, spiega che l’approccio metacognitivo, che valorizza l’emotività degli studenti, viene trasmesso agli insegnanti. La didattica che si intende instaurare è di tipo relazionale, puntando a ridurre le distanze generazionali e a far sentire meno soli i ragazzi.

Roberta Accardi, docente di Italiano e Latino e volontaria del corso senza voti, parla di una scuola da cambiare. La docente sostiene che l’attribuzione del voto diventa un ostacolo, in quanto spesso il primo pensiero di studenti e famiglie è il voto. La scuola deve cambiare e, se non avviene dall’alto, saranno gli insegnanti a provarci dal basso.

Gli studenti del corso senza voti riceveranno commenti sul lavoro svolto e su come migliorarlo, invece di numeri segnati in rosso. Daniela Smirni, referente scientifico del progetto e docente al Dipartimento di Psicologia, afferma che il modello della didattica narrativa e senza voto nasce nel Nord Europa, ma gli esempi in Italia sono ancora molto pochi. Uno degli obiettivi del progetto è coinvolgere tutti coloro che contribuiscono alla formazione degli studenti, compresi i genitori.

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