Ecco il codice deontologico per gli insegnanti: dalle chat whatsApp ai comportamenti in classe con gli alunni. I presidi lanciano il vademecum
L’Associazione nazionale presidi è già a lavoro per la realizzazione di un codice deontologico ad hoc dedicato agli insegnanti, che arriverà entro la fine del primo quadrimestre. Un vademecum che in verità era stato già annunciato in precedenza ma che adesso sta per vedere la luce.
La guida dei dirigenti scolastici rivolta agli insegnanti, si legge su Il Messaggero, va dai comportamenti da tenere in classe con gli alunni, all’uso delle chat whatsApp fino ai modi con cui rivolgersi ai colleghi, alle famiglie e ai ragazzi.
“Per fare l’insegnante non basta conoscere la materia che si spiega in classe – dice Mario Rusconi, capo dell’ANP di Roma – in molti Paesi internazionali esistono dei codici deontologici solo per i professori“.
In Italia invece “ci sono dei regolamenti che riguardano i dipendenti pubblici – prosegue Rusconi – ma che naturalmente sono generici se trasportati poi nel mondo scolastico“.
Si tratta di un codice di comportamento “che non è un mansionario ma contiene indicazioni prospettiche di tipo professionale – aggiunge il capo dei presidi romano – utili agli insegnanti per affrontare anche una serie di problematiche che nel corso degli ultimi anni si sono sviluppate, a partire dal bullismo“.
Rusconi porta alcuni esempi pratici: “se in una classe ci sono studenti con un abbigliamento poco consono il professore non deve scendere in aggressioni verbali, ma deve segnalare il caso al preside e alla famiglia per evitare quanto accaduto al liceo Plinio e quanto accadde anche al liceo Righi. Si dovrà anche evitare qualsiasi forma di discriminazione per sesso, credo religioso o altro. No poi alla propaganda politica, ai fanatismi“.
C’è poi il capitolo sull’uso delle chat di classe, tema già anticipato in precedenza dalla stessa ANP e che aveva scatenato un grande dibattito attorno. Secondo Rusconi “non sono degli sfogatoi, servono eventualmente e solo per dare comunicazioni concernenti l’attività didattica ed anche tra i colleghi è doveroso prestare attenzione al rispetto del lavoro altrui“.
Inoltre, gli insegnanti dovranno secondo questo codice, astenersi dal giudicare, criticare o fare annotazioni “sul fisico, sulle idee, sugli atteggiamenti dei ragazzi – aggiunge ancora Rusconi – fermo restando che di fronte a comportanti sbagliati, contrari, deve partire una segnalazione“.
Il capo di ANP Roma guarda più nel profondo di un codice deontologico indicando una lettura più ampia: “Per ricostruire nella pubblica opinione la figura del docente come punto di riferimento educativo e anche umano degli studenti perché non è per tutti intraprendere questa professione, tantissimi, la maggior parte dei docenti, sanno come stare a scuola e come educare ed insegnare ma è necessario ribadire anche come comportarsi, alla stregua di esempi internazionali dove i codici deontologici per gli insegnanti non sono tabù ma consuetudini e poi servirebbero anche delle vere prove psicoattitudinali per tutti coloro che intraprendono questa professione“, conclude Rusconi.