È morto il linguista Luca Serianni, Bianchi: straordinario custode della lingua italiana, maestro della nostra scuola
È morto Luca Serianni. Aveva 74 anni. Era il “più autorevole storico della lingua italiana”, secondo il presidente dell’Accademia della Crusca. Era stato investito a Ostia mentre attraversava sulle strisce pedonali all’incrocio fra via Isole del Capo Verde di fronte via dei Velieri.
Le condizioni di Serianni erano apparse subito gravissime e, dopo essere stato trasportato all’ospedale Grassi di Ostia, è stato trasferito all’ospedale San Camillo di Roma, in coma irreversibile fino alla notizia di oggi.
La notizia data dalla famiglia
Si è spento alle 9.30, fa sapere la famiglia, che ringrazia “tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato il loro affetto”. I familiari e gli amici “esprimono la loro personale gratitudine al personale sanitario dell’Ospedale San Camillo di Roma”.
Celebre studioso della lingua italiana
Vicepresidente della Società Dante Alighieri, Luca Serianni ha insegnato a Roma, presso La Sapienza, per quasi quarant’anni, dal 1980 al 2017.
Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia della Crusca e dell’Arcadia, della Casa di Dante di Roma, vicepresidente della Società Dante Alighieri, direttore delle riviste “Studi linguistici italiani” e “Studi di lessicografia italiana”, Serianni ha dedicato la sua vita al “culto” della “parola”, scritta e parlata, affermandosi come uno dei più influenti linguisti italiani, autore di numerosi testi sulla grammatica che hanno fatto la storia recente della linguistica. Ha curato, a partire dal 2004, gli aggiornamenti del vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli e dall’edizione del 2017 ne è divenuto anche coautore.
L’ultimo evento pubblico a cui Serianni ha partecipato è stato il 6 luglio scorso a Firenze quando ha presenziato all’inaugurazione delle prime due sale del Mundi, il Museo Nazionale dell’Italiano, di cui era coordinatore scientifico, alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini. E’ stato il coronamento di un sogno culturale che perseguiva dal 2003 con la mostra “Dove il Sì suona”, allestita proprio a Firenze e poi portata in giro per l’Italia.
Studioso dai vasti interessi di storia linguistica italiana antica e moderna, Serianni ha scritto una fortunata “Grammatica italiana” (Utet), più volte ristampata (anche come Garzantina con il titolo “Italiano” nel 1997) e ha curato, con Pietro Trifone, una “Storia della lingua italiana” in tre volumi (Einaudi, 1993-94). Tra i suoi numerosi libri più recenti figurano: “Prima lezione di grammatica” (Laterza 2010), “La lingua poetica italiana. Grammatica e testi” (Carocci, 2009), “L’ora d’italiano” (Laterza, 2010), “Italiano in prosa” (Cesati, 2011), “Leggere, scrivere, argomentare. Prove ragionate di scrittura” (Laterza, 2013). Il suo volume è “Parola di Dante” (Il Mulino, 2021), in cui ha sintetizzato i suoi molti studi lessicografici e filologici sul Sommo Poeta.
Nato a Roma il 30 ottobre 1947, Luca Serianni si è formato alla scuola di Arrigo Castellani, maestro del “purismo” della lingua italiana, sotto la cui guida si era laureato in Lettere nel 1970 all’Università “La Sapienza” di Roma. Assistente ordinario nel 1973, è stato professore incaricato di Storia della lingua italiana presso le Università di Siena (sede di Arezzo, 1974-75), L’Aquila (1975-76), Messina (dal 1976-77 al 1979-80). Nel 1980 divenne professore ordinario di Storia della lingua italiana nell’Università di Roma “La Sapienza”, dove ha concluso cinque anni fa la sua prestigiosa carriera accademica, circondato dalla stima e dall’affetto di intere generazioni di studenti e di colleghi. Il suo primo laureato è stato nel 1982 Giuseppe Patota, oggi professore ordinario di Storia della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Siena e accademico della Crusca.
Serianni era dottore honoris causa dell’Università di Valladolid e di quella di Atene. Nel 2004 ha ricevuto all’Accademia dei Lincei il Premio del Ministro dei Beni culturali del Premio per la Filologia e la Linguistica. Dal 2005 era cittadino onorario del Comune di Bibbiena. È stato ‘profesor visitante’ nell’Università di Santiago di Compostela e ha tenuto ciclo alla Scuola Normale di Pisa e all’Università di Basilea.
Tra le tante istituzioni di cui era socio, anche l’Accademia di Scienze e Lettere di Torino, l’Accademia Virgiliana di Mantova, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Fondazione Lorenzo Valla; dal 2012 era “Research Fellow” della Scuola superiore di Studi avanzati della Sapienza; dal 2011 componente del Consiglio scientifico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana e dal 2010 vicepresidente della Società Dante Alighieri e, presso lo stesso sodalizio, è stato presidente negli anni 1999-2003 del “Progetto lingua” per l’insegnamento dell’italiano all’estero. Era membro del comitato scientifico di “Zeitschrift für romanische Philologie”, “Contributi di filologia dell’Italia mediana”, “Rivista italiana di onomastica” e “Rivista italiana di linguistica e dialettologia”.
Nel 2006 Serianni venne nominato dall’allora ministro dei Beni culturali presidente di una “Commissione tecnica con il compito di procedere ad un complessivo esame del linguaggio e della terminologia in materia di beni e attività culturali e di elaborare le relative proposte”.
Serianni ha partecipato ad alcune importanti imprese collettive a carattere internazionale: il “Lexikon der Romanistischen Linguistik” di G. Holtus, M. Metzeltin, Ch. Schmitt, gli “Handbücher zur Sprach- und Kommunikationswissenschaft ” di G. Ernst, M.-D. Gleßgen, Ch. Schmitt, W. Schweickard, la “Storia della letteratura italiana” di Enrico Malato; ha redatto l’aggiornamento su Lingua e dialetti italiani per l’Enciclopedia italiana Treccani (Appendice 2000); ha collaborato ad alcuni noti dizionari dell’italiano contemporaneo: negli anni Ottanta il Dardano (Curcio) e il Garzanti e infine il Devoto-Oli, dirigendo insieme con Maurizio Trifone gli aggiornamenti.
Giurato del Premio Strega, nel 2007, per i suoi 60 anni, è stata pubblicata in suo onore una miscellanea di studi scritti da 45 allievi (“Scritti linguistici per Luca Serianni”, Salerno editrice), che lui considerava come la sua famiglia.
La sua attività di ricerca ha spaziato in quasi tutti i settori della storia linguistica italiana: dalla grammatica storica alla lingua letteraria, dal Medioevo all’età contemporanea, dalla fonologia al lessico. Particolare attenzione ha costantemente prestato all’accertamento filologico, considerato preliminare e indispensabile per l’analisi linguistica del testo. Ha esordito occupandosi di dialetti toscani medievali (aretino e pratese), con edizione e commento linguistico di testi; ancora alla Toscana è dedicata l’edizione commentata di un trattato del tardo Cinquecento (il Turamino del senese Scipione Bargagli, 1976).
Negli anni Ottanta i suoi interessi si sono concentrati nel XIX secolo; ha studiato, tra l’altro, in saggi di varia estensione, la codificazione normativa dei puristi, il linguaggio della medicina, la riforma linguistica manzoniana, il rapporto lingua-dialetto a Roma, con particolare riguardo a Giuseppe Gioacchino Belli, l’espressionismo di Vittorio Imbriani.
L’attenzione alla lingua letteraria lo ha portato, dagli anni Novanta, a studiare autori e momenti linguisticamente significativi specie dei secoli XVI-XVIII (rappresentazione dell’oralità nella lingua poetica, Della Casa, Davanzati, Varano, lingua poetica neoclassica, Metastasio, lingua dei libretti ecc.) e del XX secolo (l’ultimo D’Annunzio, Pasolini, Bellonci, Tomasi di Lampedusa, Panzini lessicografo, giornali contemporanei, didattica dell’italiano); particolare attenzione ha dedicato a Carducci poeta e prosatore.
A Dante Alighieri Serianni ha dedicato molti articoli e saggi e un contributo sul colorito linguistico della Commedia (2007). Ha pubblicato due manuali di storia linguistica del primo e del secondo Ottocento (Il Mulino, 1989 e 1990), poi rifusi e aggiornati nel volume “Storia dell’italiano nell’Ottocento” (Il Mulino, 2013); con la Utet una grande “Grammatica italiana” (1988) e con Carocci un’ampia trattazione del linguaggio poetico dell’italiano classico (secoli XIV-XIX) che ne definisce in modo sistematico i tratti salienti (“Introduzione alla lingua poetica italiana”, 2001; nuova edizione aggiornata, con l’aggiunta di un’antologia commentata, “La lingua poetica italiana. Grammatica e testi”, 2009).
Ultimi volumi pubblicati: Viaggiatori, musicisti, poeti (Garzanti 2002), Italiani scritti (Il Mulino 2003, 2007), Un treno di sintomi. I medici e le parole: percorsi linguistici nel passato e nel presente (Garzanti 2005), Prima lezione di grammatica (Laterza 2010), La lingua poetica italiana. Grammatica e testi (Carocci, 2009), L’ora d’italiano (Laterza, 20104), Italiano in prosa (Cesati, 2011).
Ricordiamo Serianni con l’ultimo video del Ministero, dove si rivolgeva ai maturandi dando loro dei consigli sulla prima prova, e nell’ultima intervista rilasciata a Orizzonte Scuola.
I messaggi di cordoglio
“La scomparsa del Professor Luca Serianni mi addolora molto e desidero esprimere la mia vicinanza alla famiglia in questo momento così difficile. È stato uno straordinario custode della lingua italiana. E ha sempre messo la sua competenza al servizio dei giovani, da generoso maestro della nostra scuola, riconosciuto e apprezzato da tutti. È stato un prezioso consigliere anche del Ministero dell’Istruzione“. Così il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
“Ha guidato la Commissione che ha proposto la ridefinizione della prova d’italiano nell’ultima riforma degli Esami di Stato e anche quest’anno si è messo a disposizione delle maturande e dei maturandi con suggerimenti e consigli per affrontare al meglio la prova che li attendeva. Un Uomo che non ha mai smesso di condividere con tutta la Comunità il risultato dei suoi studi, con grande senso civico, oltre che con straordinaria capacità intellettuale“.
“Con Serianni se ne va uno studioso rigoroso, un grande accademico e al tempo stesso un punto di riferimento per generazioni di studenti universitari. Serianni è stato sempre vicino a ragazze e ragazzi, comprendendone profondamente le esigenze di crescita e gli stilemi linguistici, educando all’uso consapevole della lingua e condannando l’abuso degli anglicismi. Perdiamo un grande linguista e filologo”: così Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione a Montecitorio.
“Con l’improvvisa e tragica scomparsa di Luca Serianni, l’Italia perde un importante punto di riferimento per la tutela della lingua e un grandissimo professore, che ha trasmesso l’amore per lo studio a generazioni di studentesse e di studenti”. Lo dichiarano in una nota le deputate e i deputati del M5S in commissione Cultura e Istruzione di Montecitorio. “Il nostro Paese piange il suo più autorevole linguista e un professore che ha lasciato un’impronta indelebile negli studi accademici e nelle persone che ha formato. A loro e alla sua famiglia le nostre condoglianze”, concludono.
“Con la scomparsa di Luca Serianni si chiude una delle pagine più illustri della storia della lingua italiana”, dichiara Andrea Riccardi. “Serianni ha rappresentato ai massimi livelli lo studio e l’evoluzione della lingua di Dante sino ai giorni nostri e la sua scomparsa segna un vuoto incolmabile”. Così ha commentato il presidente della Società Dante Alighieri alla notizia della morte del grande linguista, Vicepresidente della Società Dante Alighieri dal 2010 e autore di celebri opere sulla storia dell’italiano.
Tra le tantissime attività che Luca Serianni ha curato per la Dante Alighieri va ricordata la mostra “Dove il Sì suona”, realizzata alla Galleria degli Uffizi di Firenze nel 2003 e inaugurata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il lavoro – condensato nel catalogo “Storia della lingua italiana per immagini. Progetto museo della lingua italiana”, – è poi proseguito nel Mundi (Museo Nazionale dell’italiano) in via di allestimento a Firenze a cura delle principali istituzioni che si occupano di lingua italiana e sotto la direzione dello stesso Serianni.
Il vivo cordoglio di tutta la rete mondiale della Dante Alighieri, alla quale Serianni era legatissimo e che riconosceva come punto di riferimento per l’apprendimento del nostro idioma nel mondo, è testimoniato da centinaia di lettere e messaggi giunti in Palazzo Firenze in questi giorni.
“Con Serianni,” afferma il Segretario Generale della Dante Alessandro Masi, “scompare un elemento essenziale della cultura italiana e un sicuro riferimento agli studi della lingua di Dante”.
“Piangiamo un maestro unico, che ha avuto rapporti strettissimi con i suoi colleghi ed allievi: ha formato un cospicuo gruppo di studiosi, alcuni dei quali occupano posizioni di rilievo nel mondo degli studi“. Lo ha detto all’Adnkronos Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca
“La perdita di Luca Serianni è giunta improvvisa e lacerante – ha aggiunto Marazzini – In pochi giorni si è consumata questa tragedia, che ci ha privati di un collega tra i più attivi: l’ho incontrato l’ultima volta il 6 luglio scorso, all’inaugurazione del Mundi, il museo della lingua italiana di Firenze. Alla guida del Comitato per il museo, Luca Serianni aveva speso le proprie energie con passione, per costruire un luogo in cui si celebrasse la lingua italiana, quella lingua che nessuno come lui aveva coltivato e studiato in tutte le sue forme: i testi antichi medievali, Dante, la letteratura di tutti i secoli, l’uso comune, la grammatica, lo sviluppo storico, la lessicografia“.