È miope un under 14 su 3 e 1 su 2 nel 2050. Gli oculisti lanciano l’allarme: è miopidemia, colpa di tecnologia e vita al chiuso

Un vero e proprio grido d’allarme arriva dagli oculisti italiani riuniti al III congresso nazionale della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) a Roma. Si parla di “miopidemia”, ovvero un’epidemia di miopia, che sta colpendo in particolare i bambini e gli adolescenti.
Un futuro a rischio vista
Secondo le stime, entro il 2050 una persona su due potrebbe essere miope. Un dato allarmante che non solo indica un problema di vista, ma anche un potenziale aumento di ansia e disagio, spesso sottovalutati come conseguenze di questo difetto.
Raddoppio dei casi in 10 anni
L’aumento della miopia tra i giovani è impressionante: negli ultimi dieci anni i casi sono raddoppiati, con un’ulteriore accelerazione negli ultimi due. Si stima che attualmente il 30-35% dei ragazzi sia miope.
Colpa della tecnologia e della vita al chiuso
La causa principale di questa “miopidemia” sembra essere lo stile di vita delle nuove generazioni. Trascorrere molte ore davanti a libri, video e soprattutto smartphone, a distanza ravvicinata, affatica la vista e favorisce l’allungamento del bulbo oculare, tipico della miopia.
La luce del sole come alleato
Al contrario, stare all’aperto e guardare lontano rilassa gli occhi e stimola la produzione di dopamina, sostanza che protegge la sclera, il rivestimento esterno del bulbo oculare, contribuendo a prevenire la miopia.
Mancanza di dati e di azioni concrete
Nonostante l’evidenza del problema, manca un sistema di sorveglianza epidemiologica per monitorare l’evoluzione della miopia infantile. Questo rende difficile valutare l’effettiva portata del fenomeno e mettere in atto strategie di prevenzione efficaci.
Gli oculisti lanciano quindi un appello per una maggiore consapevolezza del problema e per azioni concrete che coinvolgano famiglie, scuole e istituzioni. Solo così sarà possibile contrastare la “miopidemia” e garantire un futuro con una visione chiara alle nuove generazioni.