E-learning: un mercato in costante crescita
All’inizio del 2017, una celebre piattaforma di lezioni online (o per meglio dire, un sito diknowledge sharing) effettuò una ricerca su larga scala per fare il punto della situazione sul fenomeno dell’e-learning.
Una sorta di“tagliando” di una modalità di trasmissione del sapere che, a quasi vent’anni dal suo avvento sul mercato telematico, ha drasticamente modificato costumi, abitudini e metodologie, sia per quanto riguarda l’insegnamento che, di riflesso, per ciò che concerne l’apprendimento. I risultati furono inequivocabili, e contribuirono a dipingere un futuro in cui la conoscenza sarà sempre più definita sulla base del libero accesso alle informazioni che la rete può offrire.
Sintetizzare in poche righe la ricca congerie di informazioni che una ricerca così dettagliata ha messo a disposizione degli operatori del settore è impresa ai limiti dell’impossibile. Tuttavia, alcuni spunti significativi possono essere messi in evidenza.
Alcuni dati sull’e-learning
Innanzitutto, una stima sui tempi di trasmissione del sapere: è stato calcolato che tramite l’e-learning si risparmia tra il 40% e il 60% del tempo necessario affinché una lezione venga portata a termine, rispetto alle classiche lezioni frontali che prevedono la compresenza di insegnanti e alunni nello stesso luogo fisico. Merito della facilità di interazione tramite mezzo telematico, dell’informalità e del livello di complicità che si crea immediatamente tra le due parti.
Quindi, uno sguardo sul gradimento degli studenti rispetto a questa modalità di apprendimento. Circa il 90% degli intervistati ha dichiarato che le lezioni online sono migliori o allo stesso livello rispetto alle esperienze didattiche tradizionali.
Infine alcune previsioni su un mercato che, seguendo questo trend, non farà altro che moltiplicarsi esponenzialmente di anno in anno. Per fare un esempio, si stima che il mercato delle lezioni online su scala globale arriverà a quadruplicare il suo fatturato nel giro di sei anni (la proiezione è stata effettuata partendo dal 2016 e arrivando fino al 2022). E per fermarsi ai giorni nostri, il 2019 rappresenta uno spartiacque fondamentale: è nel corso di quest’anno, infatti,che il numero delle lezioni impartite per via telematica dovrebbe raggiungere – e, si suppone, superare – il 50% delle lezioni totali tenute al di fuori o all’interno di qualsiasi sistema scolastico. Numeri che non lasciano troppi margini di interpretazione, e che sottolineano come l’apprendimento per via telematica sia ormai ben più di una realtà consolidata ancorché minoritaria: ormai stiamo parlando di un fenomeno di massa, che travalica lo status di semplice trend per proporsi come seria alternativa alla scolarizzazione tradizionale.
Ripetiamo: la ricerca è stata effettuata nel 2017, e in anni più recenti non esistono indagini di mercato che affrontano la questione dalla medesima prospettiva e con la stessa capillarità. Tuttavia, tutti i segnali che arrivano dal mondo dell’e-learning lasciano intendere come quanto preconizzato due anni fa abbia trovato pieno riscontro nella realtà.
Alle radici di un fenomeno
Al di là dei freddi numeri, anche spiegare le ragioni di un successo così massiccio e, tutto sommato, rapido, capace in pochi anni di scardinare convenzioni, liturgie, rituali e (soprattutto) luoghi comuni del sistema scolastico nella sua totalità, non è affatto semplice. I motivi che hanno indotto una parte consistente della popolazione mondiale (non solo quella in età scolare, come vedremo più avanti) a optare per l’apprendimento online sono tanti,eterogenei e spesso sovrapposti tra loro. Di conseguenza, trovare una vera e propria causa scatenante è pressoché impossibile. Possiamo però riconoscere come l’affermazione di Internet e la crescente velocità (unita a una non meno significativamente accresciuta facilità) di accesso alle informazioni abbiano giocato un ruolo determinante nella ridefinizione di priorità e bisogni di intere comunità. Oggi più di ieri, conoscenza significa inclusione: dal punto di vista sociale, lavorativo, economico. Pertanto molte più persone hanno riconosciuto nel conseguimento di un determinato livello di apprendimento un mezzo per definire loro stessi come membri attivi della loro comunità di riferimento.
Ma al di là dei discorsi troppo massimalisti, che interessano soprattutto gli amanti delle indagini sociologiche, esistono delle ragioni oggettive e immediatamente percepibili che hanno decretato il successo dell’e-learning. Sono quelle più semplici da individuare e, a conti fatti, anche quelle con il maggiore grado di incidenza presso il singolo cliente/utente. Vediamone alcune.
- L’allievo può calibrare l’apprendimento sulle sue esigenze e inclinazioni. In sostanza, vengono ribaltate le consuete gerarchie professore-alunno. Nel caso dell’e-learning, il secondo ha la facoltà di scegliere il primo, sottoponendolo a un vero e proprio “casting” (termine volutamente improprio, usato per rendere meglio l’idea), valutandone curriculum, attitudini e mentalità. Piattaforme di knowledge sharing come Superprof mettono a disposizione schede sintetiche ma esaustive di ogni docente iscritto, in modo tale che il potenziale alunno possa scegliere con criterio e cognizione di causa il più adatto alla sua indole e alle sue necessità.
- L’e-learning non ha pregiudizi di età o grado di istruzione. Trattandosi di lezioni private, spesso con rapporto esclusivo con l’insegnante (o comunque all’interno di classi virtuali riunite secondo criteri di congruità e uniformità), ciascun allievo può sentirsi pienamente accolto e a proprio agio. L’e-learning non è né un’università per la terza età, né un istituto per il recupero di debiti scolastici per alunni delle superiori: può in realtà essere entrambe le cose, anche contemporaneamente, ma la verità è che si tratta di una modalità diversa di approccio allo studio, più libera e meno vincolata alle convenzioni del sistema scolastico. Con il quale, in ogni caso, riesce a interagire perfettamente.
- L’e-learning è potenzialmente disponibile 24/7. In linea teorica, non esistono limiti di orari, né imposti da date particolari: ragionando per paradossi, nulla vieta a un docente e un allievo di accordarsi per due ore di lezione il giorno di Natale o la notte di Capodanno. Estremismi a parte, il grande vantaggio dell’apprendimento online risiede proprio nella possibilità di non vincolarsi a orari predefiniti e imposti dall’alto: gli stessi che, per motivi contingenti (leggi: sovrapposizione con altri tipi di impegni, soprattutto di lavoro) rendono impossibile a molti intraprendere o proseguire un percorso di studi.
- L’apprendimento online è sempre più riconosciuto dalla comunità accademica e dal mondo aziendale. Anzi, spesso sono le stesse aziende che organizzano corsi di aggiornamento online per i propri dipendenti. Non solo: alcune tra le piattaforme più importanti tra quelle presenti sul mercato sono in grado di rilasciare certificazioni attestanti il raggiungimento di determinati obiettivi didattici, le quali vengono prese in debita considerazione da aziende e compagnie in sede di esame curriculare.
- L’e-learning è un veicolo per stimolare la fame di conoscenza. Banalmente, più si impara più si desidera imparare cose nuove. Soprattutto se queste vengono assimilate secondo i ritmi e le modalità più congeniali al singolo individuo. Ad esempio, se l’impiegato di una multinazionale deve perfezionare il suo inglese, grazie al professore giusto e a una metodologia adatta al suo livello di conoscenza e alle sue capacità potrà scoprire che l’apprendimento di una lingua straniera non è un’impresa così titanica come aveva sempre ritenuto. E magari, dopo l’inglese, avrà voglia di imparare lo spagnolo o qualche altra lingua, acquisendo conoscenze sempre più approfondite e rendendo il suo curriculum molto più spendibile sul mercato del lavoro. Lo stesso discorso si può fare per branche dello studio teoricamente più amene, o comunque non necessariamente legate al mondo del lavoro: arte, musica, storia, filosofia, ogni specifico ramo di interesse può essere esplorato e approfondito fino al raggiungimento della piena soddisfazione da parte dell’utente.
- L’e-learning può essere funzionale a uno scopo specifico, a un percorso didattico comune, a un’esigenza collettiva. Il già citato esempio dell’e-learning aziendale è forse il più consolidato, ma non l’unico. Altri utilizzi possono essere individuati all’interno di istituzioni pubbliche (ad esempio corsi finanziati dall’Unione Europea, che non a caso stanzia dei fondi di entità non trascurabile per questo tipo di attività), o persino dentro le stesse strutture scolastiche tradizionali. Senza tralasciare l’importanza apicale che l’insegnamento telematico a distanza riveste per gli allievi con disabilità gravi, impossibilitati a causa di ciò a seguire delle lezioni scolastiche nei luoghi fisici in cui queste si svolgono.
Conclusioni
“So di non sapere” è la frase più celebre di Socrate, uno dei padri fondatori del pensiero filosofico e della didattica, ed è anche uno dei lasciti più importanti che il mondo antico è riuscito a tramandare fino ai giorni nostri. La conoscenza alimenta la curiosità, e il desiderio inesausto di allargarne i confini definisce il progresso di una civiltà. Per questo motivo la libera circolazione delle informazioni e il libero scambio del sapere rappresentano un passo significativo verso una maggiore consapevolezza del singolo individuo riguardo il suo ruolo di membro attivo di una comunità.
Senza enfatizzare troppo gli aspetti filosofici della questione, si può affermare con una certa serenità che i sistemi di knowledge sharing di ultima generazione stanno offrendo un contributo significativo nel ridefinire l’orizzonte di tale fenomeno. E sebbene ancora oggi permangano delle difficoltà di accesso alle informazioni da parte di una parte consistente della popolazione mondiale, la forbice sembra destinata a ridursi progressivamente. Anche perché sempre più persone stanno prendendo coscienza del fatto che il sapere può essere tradotto in ricchezza e in benessere, e che la cultura è uno degli agenti più efficaci dello sviluppo (anche) economico di un paese. Il che, dopo anni di oscurantismo e di controinformazione, da parte di chi vedeva nella cultura qualcosa di molto simile a un oggetto tanto ingombrante quanto inutile, rappresenta già un notevole passo in avanti.