Due metodologie, per limitare le fasi sincrone e dare centralità all’allievo, in DAD e DDI
Il docente in aula arriva addirittura in molti casi a un tempo di parola del 70%. A distanza l’accentramento del docente rischia di essere ancor più totalizzante: videocamera sul suo mezzo busto e la sola voce della prof che risuona a lungo nelle cuffie di ogni singolo allievo. Cosa fare allora?
Su questo siamo tutto d’accordo, ma poi?
Un documento del MIUR riporta sul tema DAD:
“Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché́ privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento.”
Strumenti per DAD e DDI
Analizziamo criticamente alcuni strumenti a nostra disposizione in DAD.
- Videoconferenza: docente parla e allievi ascoltano => modalità frontale
- Videoconferenza: docente parla e alcuni allievi intervengono => modalità frontale e dialogata
- PowerPoint da leggere: perché leggere un PowerPoint? Questo strumento serve per presentare contenuti e aprire discussioni. E dopo la lettura cosa succede, vi è un test con crocette: vero – falso o a scelta multipla?
- Documento Word da leggere: la lettura al computer è rallentata del 30%; e dopo la lettura cosa succede?
Vediamo 2 possibili soluzioni metodologiche
Usare metodologie di classe rovesciata, io la chiamo si legge prima e si discute dopo criticamente.
- Prima si discute nelle unità di lavoro (gruppi o coppie di allievi),
- poi tra le unità di lavoro,
- infine con il docente e la classe,
- questo porta a ridurre di conseguenza i tempi di lavoro sincrono da 45 minuti a 20 minuti a lezione.
Usare una metodologia progettuale disciplinare: gli allievi ad esempio producono PowerPoint e artefatti cognitivi (documenti, video, immagini, audio) e assumono il ruolo di docenti per la classe o per altre unità.
Perché la metodologia progettuale?
La nostra metodologia progettuale, applicata in questo caso all’ambiente digitale, può permettere:
- di allontanarsi dai verbi che dominano la scuola: collegare, sottolineare, calcolare, denominare, riassumere, ascoltare, leggere…
- di focalizzarsi sui verbi come: discutere, ricercare, analizzare, dibattere…
- di centrarsi sullo sperimentare, sull’osservare, sul raccogliere, sul simulare, sul provare, sull’immaginare, sul produrre…
- di uscire dalla logica libresca, che parla sul “mondo” senza fare esperienza del “mondo”
- di utilizzare una progettazione aperta all’imprevedibilità dell’esperienza e centrata sulle attività, in cui l’azione è equivalente o prevale sulla meta. L’azione formativa diviene secondo Lichtner (1999) “un processo a volte casuale ossia in grado di contenere una componente di imprevedibilità”
- di tare rilevanza e spazio a un contesto di lavoro basato su relazioni tra soggetti e tra soggetti e oggetti digitali (Morin, 2000), in particolare con l’introduzione di forme di apprendimento cooperativo.
La teoria è complessa, lo so, allora vediamo un esempio concreto
- Io, prima, faccio leggere a voi, docenti e/o genitori, questo documento fino alla lista precedente.
- Ognuno di voi crea un PowerPoint, PPT, su quanto letto da presentare ad una classe o ad altri docenti (chiaramente la complessità del contenuto del PPT cambia a seconda del pubblico finale);
la consegna viene data in una videoconferenza di 15 minuti.
- Decidiamo insieme secondo quali criteri valutare i PPT prima di presentarli;
in un forum e, se serve, in una videoconferenza successiva di 20 minuti.
- Ognuno di voi consegna la prima versione del PPT in piattaforma.
- Poi ognuno di voi commenta 2 PowerPoint di altri 2 colleghi in un forum, chi riceve i commenti può rivedere il suo PPT e migliorarlo.
- Ognuno consegna in piattaforma la seconda versione definitiva deI PPT, migliorata dopo i commenti dei colleghi, e questa viene valutata dal docente.
- In seguito ognuno di voi sceglie e vota i migliori 3 PPT e spiega perché negoziando con il resto del gruppo (considerate questa fase opzionale in quanto può incidere negativamente sulle relazioni di un gruppo poco coeso).
- Valutazione e ponderazione: a) si valuta il processo che vale un 50% (i 2 interventi di ognuno di voi nel forum sui PPT dei colleghi, gli eventuali interventi in video conferenza, miglioramenti tra le 2 versioni del PPT consegnate da ognuno, opzionale: i 3 migliori PPT per il gruppo hanno valutazione maggiorata). b) si valuta, il PPT ossia l’artefatto cognitivo finale, che vale il restante 50%.
Ovviamente poi si presentato i PPT e si valutano le presentazioni;
2 per settimana per non annoiare il gruppo, anche perché il tema è uguale per tutti, meglio scegliere temi diversi per ogni unità di lavoro la prossima volta.
E con la nostra valutazione torniamo al MIUR
Ci riferiamo per quanto riguarda il punto b) e la valutazione anche al documento ministeriale:
“Le forme, le metodologie e gli strumenti per procedere alla valutazione in itinere degli apprendimenti, propedeutica alla valutazione finale, rientrano nella competenza di ciascun insegnante…”.