Due mesi al nuovo anno, zero interventi e nemmeno le linee guida sull’aerazione. Pacifico (Anief): il Covid non ci ha insegnato nulla

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“A meno di due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, non c’è ancora uno straccio di programmazione e intervento in chiave prevenzione pandemia: si tratta di una mancanza particolarmente grave, perché significa che le esperienze fallimentari degli ultimi due anni, con le scuole impreparate e immutate rispetto al pre-Covid19, non ci hanno insegnato nulla”.

A dichiararlo è oggi Marcello Pacifico, a seguito della nuova impennata di contagi, l’inerzia totale delle istituzioni che nemmeno hanno fornito alle scuole le linee guida per l’aerazione. Entro il 20 marzo scorso, ricorda anche la stampa specialistica, uno specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (su proposta del Ministro della salute e di concerto con il Ministro dell’istruzione) avrebbe dovuto definire da un lato le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e dall’altro gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e confinati degli stessi edifici. Intanto, i virologi – come Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, e Fabrizio Pregliasco, docente UniMi e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano – continuano a chiedere di “adeguare i sistemi di ventilazione nelle scuole italiane”.

 

“Invece – continua Pacifico – ad oggi non è stato fatto nulla: per il terzo anno consecutivo, i nostri alunni e docenti dovranno fare lezione con le finestre aperte, anche quando arriverà il gelo. Come sono rimaste immutate le dimensioni delle aule, per non parlare del numero degli alunni per classe, che invece di dimezzarsi e garantire distanziamento minimo, continuano in tantissimi casi ad essere superiori a 25 iscritti. Su questo, non ci danno alcuna certezza le parole rassicuranti del ministro dell’Istruzione che la situazione è sotto controllo. Come non può bastare la somministrazione della quarta dose di vaccino, in autunno, annunciata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, perché i fatti hanno dimostrato che non è risolutiva, oltre che discriminante qualora si ponga in modo coatto”.

 

“La verità – continua Pacifico – è che continuiamo a dire che l’Italia deve adeguarsi ai parametri dell’Unione europea: perché quando si parla di questi argomenti, l’Italia continua a fare finta di nulla? Far parte dell’Ue non significa solo pensare a rispettare i pareggi di bilancio o i termini per l’accesso ai fondi Pnrr: ci sono delle azioni da attuare, che necessitano di investimenti, i quali però per la scuola continuano a mancare. Per migliorare le strutture e l’offerta formativa, come pure per assegnare dei compensi adeguati ai lavoratori, ai quali dovrebbero andare almeno 300 euro di aumento e invece ne arriveranno 50, che tra l’altro conviene anche dargli subito perché nel frattempo si stanno impoverendo sempre più.

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