DPCM concorsi docenti di religione, Anief: valorizzare l’esperienza, molti hanno oltre 20 anni di servizio
Dopo oltre 20 anni dall’ultimo concorso pubblico, è stato pubblicato da poche ore in Gazzetta Ufficiale il DPCM del 22 febbraio 2024 che autorizza il Ministero dell’Istruzione e del Merito ad avviare le procedure concorsuali per la copertura di 6.428 posti di insegnante di religione cattolica, con un aumento significativo rispetto ai 5.116 posti previsti dal precedente decreto del 20 luglio 2021 mai reso attuativo.
La doppia procedura, ricorda Orizzonte Scuola, prevede un concorso ordinario (30% dei posti), aperto a tutti i candidati in possesso dei requisiti previsti, e un concorso straordinario (70% dei posti), riservato ai docenti di religione cattolica che hanno già svolto almeno tre annualità di servizio nelle scuole del sistema nazionale di istruzione. La prova d’esame per entrambi i concorsi consisterà in una prova orale didattico-metodologica. Non è previsto un punteggio minimo di superamento, e la valutazione finale terrà conto anche dei titoli culturali e professionali dei candidati. La durata massima della prova orale è fissata a 30 minuti. Il nuovo concorso si basa sull’intesa siglata a dicembre 2020 tra il Ministero dell’Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Per accedere al concorso, i candidati dovranno possedere la certificazione dell’idoneità diocesana, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente.
Sulle procedure concorsuali, il sindacato Anief le reputa sicuramente positive e continua a chiedere all’amministrazione una particolare valorizzazione dell’esperienza acquisita con l’insegnamento: molti dei colleghi hanno infatti oltre vent’anni di servizio alle spalle e non è accettabile che il servizio svolto non sia adeguatamente valorizzato. È importante che ogni anno di servizio venga valutato con un numero maggiore di punti ciascun anno di servizio e in generale il servizio deve avere maggior peso all’interno del punteggio totale. Come è importante che nelle griglie di valutazione debba avere più ‘peso’ la capacità espositiva propria del ruolo, rispetto alle competenze tecnologiche. Anief, infine, ribadisce la necessità che tutti gli idonei che saranno inseriti nelle graduatorie debbano permanervi fino all’esaurimento delle stesse.