DPCM 60 CFU, è arrivato anche l’ultimo parere. Poi alcune modifiche e via libera alla pubblicazione
Il DPCM 60 CFU ha ricevuto anche l’ultimo parere. In una nota inviata alla nostra redazione, Giovanna Cassese, neo presidente del CNAM, Consiglio Nazionale Dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, informa che ieri, mercoledì 5 luglio, è arrivato l’ok al provvedimento.
“Immediatamente dopo la mia elezione avvenuta il 21 giugno scorso e vista la richiesta ministeriale pervenuta il giorno 13 giugno. ho provveduto subito a fare istruire i lavori riguardanti il parere stesso, che dopo i passaggi formali in Commissione II e in Adunanza, é stato reso in forma definitiva e inviato agli uffici destinatari il giorno mercoledì 5 luglio 2023”, spiega Cassese.
Il decreto è il risultato di un processo di consultazione complesso che ha coinvolto diversi organismi, dal ministero dell’Università a quello degli Affari Europei, passando per Commissione Europea, rettori e sindacati.
Il ritardo ha aumentato le preoccupazioni tra gli atenei che temono di non riuscire a organizzare i nuovi corsi in tempo per il prossimo anno accademico. Nonostante la condivisione delle necessità di posti da coprire nelle varie discipline, c’è un crescente rischio che gli atenei non riescano a soddisfare le richieste.
La conferenza dei rettori ha sottolineato la necessità di tempi più brevi. La riforma è fondamentale per l’evoluzione della formazione artistica e musicale nel paese, e l’attesa del parere del Cnam è l’ultimo ostacolo prima di procedere.
Requisiti di accesso
Può accedere ai percorsi da 60 CFU l’aspirante in possesso di
- Laurea
- diploma per ITP
- studenti regolarmente iscritti a corsi di studio per il conseguimento dei titoli idonei all’insegnamento purché abbiano già conseguito almeno 180 CFU. conseguimento di centottanta CFU.
Riserva dei posti
È prevista una riserva del 40% dei posti sul totale dell’offerta formativa delle Università per i docenti precari, docenti che vogliano conseguire un’ulteriore abilitazione (cosiddetti ingabbiati) e docenti specializzati sostegno che vogliano conseguire l’abilitazione su posto comune.
Verranno riconosciuti i 24 CFU
Ai fini del conseguimento dei 60 CFU sono riconosciuti ventiquattro CFU o CFA conseguiti sulla base del previgente ordinamento, fermi restando almeno dieci CFU o CFA di tirocinio diretto.
Inizio dei percorsi
I percorsi dovrebbero concludersi nell’anno accademico 2023/24.
La prova finale
Prevede una prova scritta e una lezione simulata, che accertano l’acquisizione delle competenze professionali.
La prova scritta consiste in una sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio diretto e indiretto svolto nel percorso di formazione iniziale.
La commissione ha a disposizione fino a un massimo di dieci punti per la prova scritta e dieci punti per la lezione simulata. La prova finale è superata se il candidato consegue un punteggio pari almeno a 7/10 nella prova scritta, e a 7/10 nella lezione simulata.
Con il superamento della prova finale è acquisita l’abilitazione all’insegnamento per la relativa classe di concorso.
I costi del percorso
La bozza del DPCM individua come costo massimo 2.500 per la frequenza del percorso 60 CFU, che scende a 2.000 per gli studenti che hanno acquisito almeno 180 CFU e sempre di 2.000 euro per i docenti che vorranno acquisire un ulteriore abilitazione con i corsi da 30 CFU, nonché per i docenti specializzati sostegno che vogliano acquisire l’abilitazione e per i docenti che dopo il concorso dovranno completare la propria formazione con i 30 CFU nell’anno di prova con contratto a tempo determinato.
A questo costo andranno aggiunti 150 euro per lo svolgimento della prova finale.