Doppia fila e bambini in pericolo: lo studio shock sul caos davanti alle scuole. Ecco cosa fanno (sbagliando) 9 genitori su 10

Ogni giorni, attorno alle 8:00, le strade vicino alle scuole elementari si trasformano in un labirinto di pericoli: auto in doppia fila, bambini che attraversano senza precedenza e genitori distratti.
Uno studio realizzato in Canada ha analizzato il fenomeno in 552 scuole, rivelando che nel 98% dei casi si verificano comportamenti a rischio. Tra i più diffusi: scaricare i bambini sul lato opposto della strada (80% delle scuole), inversioni a U e uso del telefono al volante. I ricercatori avvertono: queste abitudini non sono solo infrazioni, ma mettono in pericolo pedoni e automobilisti.
Perché i genitori scelgono l’auto (e come l’ambiente urbano peggiora la situazione)
La ricerca evidenzia un declino delle modalità attive (piedi, bici) a favore dell’auto privata, alimentando un circolo vizioso: più traffico genera più insicurezza, spingendo altri genitori a evitare gli spostamenti a piedi. Le interviste rivelano che molti scelgono l’auto per comodità o timori infondati, anche quando la scuola è a 15 minuti a piedi.
Tuttavia, il problema non dipende solo dalle scelte individuali: strette vie scolastiche, marciapiedi insufficienti e mancanza di aree “kiss & ride” aggravano il caos. Sorprendentemente, le guardie scolastiche hanno un impatto limitato, mentre interventi strutturali – come corsie più strette e marciapiedi rialzati – riducono i comportamenti pericolosi.
Dai dati alle soluzioni: come rendere le scuole zone sicure
I ricercatori sottolineano che sensibilizzare i genitori non basta: servono modifiche urbanistiche. Le scuole con meno incidenti hanno attraversamenti ben segnalati, zone di sosta dedicate e barriere fisiche che impediscono parcheggi selvaggi. Inoltre, progetti pilota dimostrano che ridurre lo spazio per le auto e ampliare quello pedonale induce gli automobilisti a rallentare.
La sfida è rompere il pregiudizio che l’auto sia più sicura, promuovendo percorsi casa-scuola protetti e autonomia controllata dei bambini. Un cambiamento possibile, ma che richiede investimenti e una visione condivisa tra istituzioni, scuole e famiglie.