Dopodomani Anief e scuola in piazza a Roma per chiedere risorse e modifiche al Decreto Aiuti bis all’esame del Senato

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Martedì 30 agosto, in Piazza Santi Apostoli a Roma a partire dalle ore 10, si svolgerà la prima manifestazione in vista del nuovo anno scolastico: servirà a chiedere modifiche alla parte delle scuola contenuta nel Decreto Aiuti bis, il DL 115 del 9 agosto scorso, che lo stesso giorno comincerà ad essere esaminato attraverso al Senato con la prima riunione della Commissione Cultura, gli emendamenti presentabili entro il giorno successivo e l’esame definitivo del provvedimento previsto per martedì 6 settembre.

La protesta – organizzata dal sindacato Anief assieme al Coordinamento “Modifichiamo il concorso straordinario bis – vuole sensibilizzare i senatori alla conferma dell’organico aggiuntivo del personale Covid, introdotto giustamente negli ultimi due anni per affrontare i contagi negli istituti e oggi cancellato anche se la pandemia rimane, oltre che indispensabile per affrontare le sfide del PNRR e le ripercussioni nelle nostre scuole della crisi in Ucraina.

“Tra le modifiche da apportare al decreto Aiuti bis – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – c’è poi quella di provvedere all’integrazione delle graduatorie dell’ultimo concorso Straordinario per assumere tutti i precari partecipanti e averli in ruolo. Con le graduatorie del concorso Straordinario bis che dovranno essere utilizzate fino al loro completo esaurimento. Sono delle ingiustizie per le quali Anief ha anche attivato un contenzioso. Chiediamo anche con forza che il docente ‘esperto’, che sempre secondo il DL Aiuti bis porterà 5.600 euro all’1% degli insegnanti nel 2032, ora disdegnato pure da M5S e PD, venga stralciato una volta per tutte. Sono richieste che la politica deve prendere in considerazione, soprattutto ora che si sta impegnando in modo importante in vista delle prossime elezioni del 25 settembre”. Secondo Pacifico “ignorare queste richieste sacrosante, proprio nei giorni in cui riprenderanno le lezioni senza 200mila docenti di ruolo, 15mila Ata, 500 presidi e 2mila Dsga, non passerebbe inosservato agli occhi degli elettori”.

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