Dopo il covid fra gli studenti in aumento i disturbi d’ansia, depressione e del cutting. L’allarme di Stefano Rossi: “Fondamentale l’educazione emotiva”

“Oggi i ragazzi sono più apatici che li rendono più irraggiungibili. Sono raddoppiati i disturbi d’ansia dopo la pandemia e anche raddoppio dei casi clinici legati alla depressione. I bambini e i ragazzi sono usciti dalla pandemia con le ossa rotte”.
Lo ha detto Stefano Rossi, psicopedagogista, nel corso della diretta dello scorso 4 maggio.
Fra i vari fenomeni in aumento c’è quello del cutting, spiega Stefano Rossi, ovvero una pratica che vede i ragazzi provocarsi dei piccoli tagli o comunque ferite. “Una pratica già diffusa nelle scuole ma che dopo la pandemia è in netta crescita. Non è un maldestro tentativo di suicidio. Quindi in realtà facendo questo i ragazzi non vogliono morire ma stanno cercano di sopravvivere. In questo modo loro cercano di non sentire dolore al cuore“, spiega l’esperto.
“Il problema – continua – è la solitudine e l’esperienza digitale porta ad una solitudine. Da questo punto di vista, i ragazzi soffrono per la solitudine digitale e l’analfabetismo emotivo. Sicuramente la pandemia ha sottratto tutte queste ancore e risorse emozionali e relazionali”.
Poi un consiglio per gli insegnanti: “L’educazione emotiva è fondamentale nel momento in cui si aiuta ad insegnare ai bambini e ragazzi a trasformare i pesi che hanno nel cuore in parole. La cosa più faticosa è la solitudine con cui proviamo le emozioni più difficile“.
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