Dopo dimissioni Fioramonti Miur potrebbe rischiare paralisi, ma la soluzione c’è

Le dimissioni di Lorenzo Fioramonti sono ormai archiviate: accettate dal Presidente della Repubblica, il Ministero è stato affidato ad interim a Giuseppe Conte.
Si tratta di un passaggio formale che dovrebbe durare giusto qualche giorno. Già il 7 gennaio potrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri il decreto per lo “spacchettamento” del Miur tra Istruzione da una parte e Ricerca e Università dall’altra.
Ma la nomina dei nuovi Ministri, Lucia Azzolina per l’istruzione e Gaetano Manfredi per Università e Ricerca non sarà il punto finale del processo, bensì quello di inizio della ristrutturazione interna dei due Ministeri.
A tirare le somme di ciò che ci sarà da fare è Italia Oggi: “nuovi dipartimenti e nuove direzioni da creare, bilanci da dividere [..] i i direttori da nominare. E pure i capi dipartimento: Istruzione, Personale e Risorse e Università e Ricerca. È notizia di queste ore, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, che la Corte dei conti non abbia ancora registrato nessuna delle nomine volute dall’ex ministro (rispettivamente Carmela Palumbo, Giovanna Boda e Fulvio Esposito)”
Tuttavia, per non rallentare i lavori di un settore strategico per il Paese la soluzione è anche possibile: istituire una serie di reggenze, in attesa delle nomine ufficiali.
Una delle prime incombenze per il settore Istruzione sarà quella di dare il via libera al concorso straordinario e ordinario per la secondaria. Per il primo le assunzioni dovrebbero scattare a settembre 2020, per cui il tempo è veramente stringato.