Dopo anni di supplenza docenti triennalisti rischiano di restare senza lavoro: “Per noi pochi posti per i corsi abilitanti. Serve accesso a numero aperto”

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Su Fanpage.it viene raccontata la storia di due docenti precarie con più di 3 anni di servizio e che rischiano di restare senza lavoro a causa dei corsi abilitanti che, per i triennalisti come loro, prevedono un accesso a numero chiuso.

Infatti, tantissimi insegnanti con oltre tre anni di servizio rischiano di restare fuori dalla prima fascia delle GPS, proprio a causa del numero chiuso che limita i posti per ottenere l’abilitazione negli atenei.

Ho iniziato a insegnare appena mi sono trasferita in Lombardia e precisamente a Varese: sono originaria della Sardegna. Sono laureata in Lingue e ho quindi deciso di presentare domanda per l’insegnamento. Nella mia regione d’origine era più complesso insegnare: le graduatorie sono infinite e infatti non mi hanno mai contattata. Ho iniziato a insegnare francese a Varese. Poi mi sono trasferita a Treviglio (Bergamo). Appena arrivata lì, sono stata contattata da una scuola di Gallarate (Varese). Ogni giorno prendevo un treno e un’autobus per raggiungere l’istituto“, ha spiegato Maria, una delle due docenti contattate.

Subito dopo ho insegnato per tre mesi in una scuola ad Azzate (Varese) – prosegue il racconto l’insegnante precaria – : prendevo ogni giorno il treno delle 5 del mattino. Ho fatto molti sacrifici. Fortunatamente sono riuscita a inserirmi nella graduatoria di Bergamo. Ho iniziato a lavorare vicino casa: insegnavo inglese. Era il 2014 e avevo già due anni di servizio. All’epoca ho pensato che l’anno successivo avrei potuto svolgere un percorso di abilitazione. Peccato che questi sono stati bloccati proprio nel 2014: per dieci anni non è stato attivato alcun corso di questo tipo“.

Poi l’attivazione dei percorsi abilitanti dopo 10 anni di attesa: “A dicembre sono stati pubblicati i bandi per coloro che hanno una specializzazione in sostegno o in altre classe di concorso. Per i triennalisti, dopo il decreto di aprile, stanno pubblicando adesso i primi bandi. Il problema è che ci sono pochissimi posti. Per la mia classe (inglese alle medie AB-25) in Lombardia non c’è alcuna università che ha organizzato un corso. Il più vicino è a Parma con soli dieci posti. In Lombardia, per il momento, ci sono solo sessanta posti per l’insegnamento di francese. Ho fatto richiesta per questo. Ovviamente questi percorsi hanno un costo di circa duemila euro. A settembre rischio di non avere un lavoro“, ha continuato.

Anche Valentina, l’altra insegnante precaria interpellata, la situazione è molto difficile: “Ho iniziato a insegnare storia e filosofia nel 2021. Sono laureata in Filosofia all’Università di Bologna. Prima lavoravo in azienda, ma dopo due anni e mezzo ho scelto di licenziarmi e iniziare a insegnare a scuola. Volevo intraprendere questa strada. Mi sono licenziata a luglio senza saper se a settembre avrei avuto un posto di lavoro: avevo un punteggio basso e inoltre la mia classe di concorso era già satura. Per fortuna è andato tutto bene“.

Mi sono iscritta al percorso abilitante per la mia classe di concorso, ma ci sono solo dieci posti. Mi sono iscritta all’Università di Verona che per me, che sono di Mantova, è più vicina. Ho anche svolto la prova scritta del concorso, ma sto ancora aspettando di sostenere l’orale. Purtroppo i posti per i percorsi abilitanti sono pochi e non è semplice accedervi soprattutto per chi come me ha pochi certificati: ho un buon voto di laurea, una certificazione di inglese e di informatica. Nessun dottorato o master. Nel frattempo ho deciso di sottoscrivere il ricorso proposto dal comitato dei triennalisti, il cui obiettivo è quello di rendere questi percorsi abilitanti a numero aperto. Corsi che, ricordo, costano duemila euro”, ha ricordato Valentina.

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