“Dopo 42 anni di carriera, il mio assegno è da oltre 2mila euro”, la docente in pensione: “Tanti professionisti a cui ho insegnato ora guadagnano 5 volte il mio stipendio”

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42 anni dedicati all’insegnamento, una carriera costellata di impegno e passione, eppure uno stipendio che lascia l’amaro in bocca. Costantina Cossu, docente di scuola secondaria in pensione da un anno, riceve una pensione di 2073 euro al mese. Una cifra che stona con il peso della responsabilità educativa e il ruolo strategico che gli insegnanti rivestono nella società.

“Un sorriso amaro”, commenta Cossu a La Nuova Sardegna, “pensando a quanti professionisti, che oggi guadagnano anche cinque volte il mio stipendio, sono passati sotto le mie mani durante la loro formazione”. Un paradosso che mette in luce la scarsa considerazione economica riservata a una professione chiave per il futuro del Paese.

Cossu descrive la complessità del lavoro in classe, un impegno che va ben oltre le 18 ore settimanali e le attività di laboratorio. “Ogni giorno”, ricorda, “ci si confronta con decine di studenti, ognuno con la propria individualità, i propri sogni e le proprie difficoltà. Il compito dell’insegnante è quello di interagire con ciascuno di loro, senza lasciare nessuno indietro, aiutandoli a realizzare le proprie aspirazioni”.

Un lavoro che richiede tempo, dedizione e un costante aggiornamento professionale, spesso non riconosciuto economicamente. “Oltre alle lezioni e alla correzione dei compiti”, racconta Cossu, “ho sempre utilizzato i social network come strumento di didattica innovativa, confrontandomi con colleghi di tutta Italia e dialogando con gli studenti. Un impegno extra, svolto con passione, ma che non trova riscontro nella busta paga”.

Il passaggio all’euro, ricorda la docente, ha segnato un ulteriore peggioramento della situazione economica degli insegnanti, rendendo gli stipendi inadeguati al crescente costo della vita.

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