Donne con un titolo di studio superiore rispetto al lavoro svolto, in Italia rispetto agli uomini sono il 7,7% in più

Nel 2024, secondo i dati diffusi da Eurostat, l’Unione Europea ha registrato un tasso di over-qualification pari al 21,3%, evidenziando una discrepanza tra il livello di istruzione posseduto e quello richiesto dalle mansioni lavorative svolte. Il fenomeno interessa in misura maggiore le donne (22,0%) rispetto agli uomini (20,5%).
Il termine over-qualification indica una condizione lavorativa in cui una persona possiede un livello di istruzione più elevato rispetto a quello richiesto per svolgere il proprio lavoro. In altre parole, si tratta di lavoratori con titolo di studio universitario o equivalente, impiegati in occupazioni che non richiedono la formazione terziaria per essere esercitate.
Le differenze tra i Paesi europei
Il dato varia in modo significativo tra gli Stati membri. I tassi più elevati sono stati rilevati in:
- Spagna, con il 35,0%;
- Grecia, con il 33,0%;
- Cipro, con il 28,2%.
Al contrario, i livelli più bassi si sono riscontrati in:
- Lussemburgo, con il 4,7%;
- Croazia, con il 12,6%;
- Cechia, con il 12,8%.
Il divario di genere nella sovraqualificazione
In 21 dei 27 Paesi dell’Unione, il tasso di over-qualification è risultato più alto tra le donne rispetto agli uomini. Le differenze più marcate sono state osservate in:
- Italia, con una differenza di 7,7 punti percentuali;
- Slovacchia, con 6,4 punti percentuali;
- Malta, con 5,3 punti percentuali.
Tuttavia, in sei Stati membri la tendenza si è invertita, con tassi superiori tra gli uomini. I divari maggiori sono stati registrati in:
- Lituania, con 5,2 punti percentuali;
- Lettonia, con 2,6 punti percentuali;
- Estonia, con 2,5 punti percentuali.