Donare il sangue ai tempi dei social, l’Avis punta sui giovani per garantire il futuro: “Un gesto salva-vita per le nuove generazioni”

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Il valore della donazione di sangue non va mai sottovalutato, soprattutto tra le nuove generazioni. Secondo i dati dell’Avis, associazione italiana dei donatori di sangue, nel 2023 la fascia di donatori tra i 18 e i 45 anni rappresentava il 50,7% del totale. Un dato positivo, che però riflette una tendenza ultradecennale all’invecchiamento della popolazione dei donatori.

“Ogni anno dall’associazione esce circa il 10% dei donatori per raggiunti limiti d’età o motivi di salute” spiega Gianpietro Briola, presidente dell’Avis in un’intervista a TgCom24. “Servono costanti campagne di sensibilizzazione e strategie mirate per coinvolgere almeno 130.000 nuovi giovani donatori ogni anno e garantire il necessario ricambio generazionale.”

L’Avis ha modificato il proprio approccio comunicativo per intercettare le nuove generazioni. Addio allo slogan “Porta un amico all’Avis”, ormai obsoleto. Ora l’associazione punta sui social come TikTok, con un linguaggio più fresco e accattivante. L’obiettivo è stimolare la curiosità dei giovani e trasmettergli l’importanza di un gesto solidale e salva-vita come la donazione di sangue.

Ma la sfida più grande è quella della fidelizzazione. “Quando un giovane viene a donare e trova un’accoglienza calorosa, un buon ascolto e strutture adeguate, è più portato a tornare” sottolinea Briola. L’Avis organizza eventi sportivi, concerti, aperitivi per creare una comunità unita dai valori di solidarietà e rispetto reciproco.

Donare il sangue non è solo un dovere civico, ma anche un’opportunità per i giovani di prendersi cura del prossimo e allo stesso tempo controllare gratuitamente il proprio stato di salute. Un gesto prezioso per curare patologie come talassemia, emofilia e per garantire scorte sufficienti di farmaci plasmaderivati fondamentali per numerose terapie. Non resta che tendere la mano e lasciarsi coinvolgere nell’impegno dell’Avis.

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