Don Lorenzo Milani, 100 anni dalla sua nascita: colto e visionario con “Lettera a una professoressa” ha cambiato la scuola

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Cento anni fa, esattamente il 27 maggio 1923, il mondo vedeva nascere a Firenze una personalità destinata a segnare la storia dell’educazione e del pensiero ecclesiastico italiano: don Lorenzo Milani.

Sacerdote di straordinaria levatura intellettuale e visionaria sensibilità, don Milani non ha mai smesso di considerarsi parte integrante della Chiesa, nonostante la sua innata tendenza alla disobbedienza.

Milani era un uomo che poneva al centro dell’attenzione l’individuo e la sua formazione, con un occhio di riguardo verso i ceti meno abbienti. Questo approccio lo ha portato a rivoluzionare il ruolo dell’educatore, criticando aspramente la natura classista dell’istituzione scolastica italiana.

Sulle montagne dell’Alto Mugello, a Barbiana, organizzò la sua scuola, destinata ai “figli dei poveri”, quei ragazzi che la società e la scuola tradizionale sembravano aver dimenticato. Questo progetto, meglio noto come “scuola di Barbiana”, ha rappresentato il laboratorio educativo dove don Milani ha messo in pratica la sua visione pedagogica, anticipando con il suo “Lettera a una professoressa” le proteste studentesche del 1968.

Tuttavia, il riconoscimento dell’importanza della sua opera da parte della Chiesa arriverà solo molti anni dopo la sua morte, avvenuta il 26 giugno 1967. Il suo coraggioso impegno sarà finalmente riconosciuto con la visita di Papa Francesco a Barbiana nel 2017.

Nato in una famiglia borghese, don Lorenzo fu fortemente influenzato dalla sua formazione culturale e dal contesto storico e sociale in cui crebbe. A seguito del trasferimento della sua famiglia a Milano, continuò gli studi e si avvicinò alla pittura, iscrivendosi all’Accademia di Brera. Durante la guerra, la famiglia fece ritorno a Firenze e fu proprio in questo periodo che don Lorenzo approfondì la sua conoscenza del Vangelo, ispirato anche dalla pittura sacra.

La sua vocazione sacerdotale prese forma con l’incontro con don Raffaello Bensi, che diventerà il suo direttore spirituale fino alla sua morte. Dopo il seminario e l’ordinazione, don Milani fu inviato prima a Montespertoli e poi a San Donato di Calenzano, dove fondò una scuola popolare serale per i giovani operai e contadini della sua parrocchia.

Dal 1954, come priore di Barbiana, continuò il suo impegno nell’educazione, fondando una scuola simile a quella di San Donato. Tuttavia, si ammalò gravemente nel 1960, cosa che non impedì la sua lotta per la giustizia sociale. L’ultimo atto di questa battaglia fu la “Lettera a una professoressa”, scritta insieme ai suoi ragazzi nel 1966.

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