Docenti ultra60enni, esperienza sottovalutata o fardello? Sui social è dibattito: “Per i più giovani siamo un reparto archeologico”, “la preside mi ha messo da parte, siamo invisibili”

La lettera di un lettore pubblicata su Orizzonte Scuola solleva un tema molto interessante ed attuale: la condizione degli insegnanti sessantenni e ultrasessantenni, che si trovano a dover affrontare un impegno lavorativo paragonabile a quello dei loro anni più giovani, ma con un costo ben più elevato in termini di fatica e stress.
I professionisti, pur avendo accumulato una notevole esperienza, si trovano spesso a dover gestire un carico di lavoro che può risultare insostenibile, portando a situazioni di burn-out e a un deterioramento della loro salute.
L’autore della lettera sottolinea come, in vista della pensione, sia fondamentale che lo Stato adotti misure concrete per tutelare il benessere di questi insegnanti. Tra le proposte avanzate, vi è l’idea di aumentare i giorni di ferie per gli insegnanti anziani, con un incremento progressivo in base all’età. La misura non solo permetterebbe di alleviare la pressione lavorativa, ma contribuirebbe anche a garantire un recupero necessario per affrontare le sfide quotidiane in aula.
In aggiunta, la possibilità di ridurre il carico didattico, sostituendolo con impegni alternativi, rappresenterebbe un altro passo importante verso una gestione più equilibrata del lavoro. Gli insegnanti, infatti, potrebbero continuare a contribuire attivamente alla comunità scolastica, senza essere sopraffatti dalle responsabilità didattiche tradizionali.
I commenti dei lettori
I commenti dei lettori offrono una panoramica variegata e profonda sulle sfide che affrontano gli insegnanti sessantenni e ultrasessantenni. Un lettore esprime un’opinione netta, sostenendo che dopo i 60 anni non si dovrebbe più insegnare. Secondo lui, la professione richiede un’energia che spesso non è più disponibile in età avanzata, specialmente quando si tratta di interagire con adolescenti e preadolescenti.
Un’altra lettrice, che ha recentemente concluso 44 anni di servizio, condivide il suo dispiacere per aver lasciato un lavoro che amava. La sua testimonianza sottolinea l’importanza delle relazioni con i bambini e i colleghi, evidenziando come l’insegnamento possa essere una fonte di gioia e soddisfazione.
Un altro commento mette in luce la complessità del lavoro in un liceo, dove gli insegnanti si trovano a gestire una miriade di incarichi e progetti.
Un lettore, invece, esprime frustrazione per la percezione negativa che gli insegnanti anziani possono avere da parte di alunni e colleghi più giovani. La sua esperienza di sentirsi considerato un “reperto archeologico” evidenzia come l’esperienza non venga sempre valorizzata, ma piuttosto vista come un ostacolo all’innovazione.
Infine, un commento critica la gestione della scuola da parte della dirigenza, evidenziando come gli insegnanti più anziani possano sentirsi messi da parte e invisibili.
È evidente che, mentre alcuni vedono la necessità di un cambiamento, altri riconoscono il valore dell’esperienza e la passione per l’insegnamento, suggerendo che un dialogo aperto e costruttivo potrebbe portare a soluzioni più efficaci per il benessere di tutti gli insegnanti.