Docenti Precari, occhi puntati sul nuovo concorso straordinario e sul percorso per l’abilitazione

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Se da un lato sembra mancare poco al via dei concorsi ordinari, i docenti precari tuttavia guardano ad altri strumenti che li porterebbero alla stabilizzazione dopo anni di lavoro come supplenti: il percorso abilitante e il nuovo concorso straordinario.

Nuovo concorso straordinario: prova entro il 31 dicembre. Ma non si sa nulla per adesso

Partiamo dal concorso straordinario: la nuova procedura prevista dal decreto sostegni bis per il momento non ha visto nuovi sviluppi. Il MEF questa estate ha autorizzato per l’anno scolastico 2021/22 112.474 posti per le immissioni in ruolo.

Di questi gli Uffici Scolastici sono riusciti a coprirne tramite gae, concorsi e GPS prima fascia in totale 59.425  (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure dell’art. 59 comma 4 del decreto sostegni bis).

Il Decreto Sostegni bis ha previsto che sui posti residui, accantonati quelli dei concorsi ordinari ancora non svolti sarà attivato un nuovo concorso straordinario  “per un numero di posti pari a quelli vacanti e disponibili per l’anno scolastico 2021/2022 che residuano dalle immissioni in ruolo“.

Stando a quanto riporta il decreto, il calcolo potrebbe portare a circa 15.000 posti da coprire con la nuova procedura riservata ai precari.

Nuovo concorso straordinario, ipotesi 15.000 posti disponibili. Come individuare classi di concorso

Si tratta dunque di un concorso riservato ai docenti non ricompresi dalle immissioni in ruolo, che abbiano svolto un servizio di almeno “tre annualità anche non consecutive negli ultimi cinque anni scolastici nella scuoal statale“. Di questi tre anni, uno deve essere specifico.

Ci sarà una prova disciplinare per chi parteciperà al concorso. Prova che dovrà svolgersi entro il 31 dicembre 2021.

Al momento però non abbiamo alcuna notizia di questo nuovo concorso. Eppure il 31 dicembre è veramente alle porte. Anche le informative fra sindacati e Ministero hanno fino ad oggi trattato solo i concorsi ordinari.

Eppure i docenti precari attendono l’avvio di tale procedura che potrebbe senza dubbio dare una spinta verso l’immissione in ruolo.

Percorso di abilitazione: la chiave per risolvere il precariato?

Sull’abilitazione dei docenti si è aperto recentemente il dialogo fra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Università. Lo hanno annunciato fonti sindacali nei giorni scorsi e anche

il senatore Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione Lega. “Su abilitazione all’insegnamento (PAS) e specializzazione sostegno, che sono percorsi accademici, è finalmente avviata l’interlocuzione tra i ministri dell’Istruzione e dell’Università. Fondamentale in questa fase il pressing su chiunque abbia voce in capitolo su tali questioni: dovrà disporre di tutti i dati utili per una valutazione corretta della situazione. Diamoci da fare e incrociamo le dita!“, ha scritto Pittoni.

In precedenza anche Manuela Pascarella, della Flc Cgil, aveva parlato dell’avvio di dialogo fra i due dicasteri in merito al tema dell’abilitazione, in diretta su Os TV:il Ministro Bianchi ha aperto il confronto con la ministra Messa in merito alla definizione di possibili percorsi di formazione abilitante che potrebbero essere la chiave per trovare la soluzione al tema del precariato”.

Come abbiamo scritto in un precedente articolo, la partita dell’abilitazione all’insegnamento può essere una svolta per quanto riguarda il reclutamento, perchè da un lato andrebbe a colmare quel gap che da 8 anni vede migliaia di docenti precari impossibilitati ad abilitarsi per l’assenza di percorsi ad hoc. Abilitazione che li avrebbe senz’altro agevolati per la stabilizzazione negli anni scorsi. Non da ultimo, l’assunzione da Gps prima fascia di quest’anno, che ha visto in effettipochi immessi in ruolo dalle classi comuni a causa dei pochi aspiranti con abilitazione.

Dall’altro lato, un percorso di abilitazione potrebbe giovare per il futuro, per tentare di abbattere il precariato dei prossimi anni giocando d’anticipo e andando a completare una riforma più strutturale del sistema di reclutamento.

Insomma il capitolo precariato è tutt’altro che chiuso: “Lo ripetiamo da tempo – osservava pochi giorni fa il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi a proposito del prossimo concorso STEM – la scuola non ha alcun bisogno di concorsi di abilità. Per questo continueremo a rivendicare una soluzione transitoria che accompagni la situazione a regime, tutta ancora da definire: la soluzione al problema del precariato resta un nuovo sistema di reclutamento a regime che preveda formazione ed attività di tutoraggio e che preveda, in una fase transitoria la stabilizzazione, con concorsi per titoli e servizio, per tutti coloro che vantano un’esperienza lavorativa di almeno trentasei mesi con assunzioni a tempo indeterminato”.

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